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Correva l’anno 2010, il Movimento Cinque Stelle si “affacciava” appena alla scena politica ed in Regione Campania l’attuale Presidente della Camera dei Deputati – Roberto Fico – correva come candidato presidente. Erano tempi nei quali il Movimento Cinque Stelle si attestava ancora ai margini dello scenario politico, la carica esplosiva delle rivendicazioni grilline non era ancora esplosa in tutta la sua forza dirompente e i nomi di Di Maio e Di Battista erano ignoti finanche agli “specialisti”.

In occasione di quelle elezioni regionali, che videro trionfare Stefano Caldoro con il 54,27 dei voti sullo sfidante Vincenzo De Luca, il Movimento Cinque Stelle “scelse” di non presentare candidati sanniti in provincia di Benevento. In effetti, gli allora candidati furono Marco Savarese – di Napoli – che ottenne 312 preferenze, e la più nota Paola Nugnes – anch’ella napoletana – che ottenne 324. La decisione dell’epoca fu dettata, evidentemente, dallo scarso radicamento del M5S in provincia di Benevento; dalla mancanza di una struttura territoriale in grado di esprimere candidature rappresentative.

A distanza di 10 anni, però, la situazione appare completamente diversa. Il Movimento Cinque Stelle rappresenta stabilmente uno degli attori più importanti del panorama politico nazionale. La forza più rappresentata in Parlamento, in virtù del 32,66% ottenuto alle Politiche del 2018. Le percentuali nel Sannio furono addirittura più alte: 43,81% nel proporzionale Campania 2 e 44,32 nel collegio maggioritario di Benevento. Ad oggi la rappresentanza grillina in Parlamento è composta dai deputati Ianaro e Magliano e dai senatori Ricciardi e De Lucia.

Eppure, a fronte di un mutamento tanto radicale sembra riproporsi – in vista delle prossime elezioni regionali – lo stesso “schema” del lontano 2010. In effetti, a meno di improbabili stravolgimenti, uno dei due candidati grillini nella circoscrizione di Benevento verrà scelto fuori dal Sannio. Se è ormai certa la candidatura di Carmine Molinaro, con ogni probabilità a mancare sarà il volto femminile.
Come da prassi, il M5S elegge i propri candidati attraverso il meccanismo di voto sulla piattaforma Rousseau. Per queste “Regionarie”, in corsa per la circoscrizione di Benevento, c’era una sola donna: Marianna Farese. Si dà il caso, però, che Marianna Farese sia anche consigliere comunale del comune di Benevento. Ora, grazie al combinato disposto della revoca delle dimissioni del sindaco Mastella (la Farese resta dunque consigliere comunale) e del regolamento interno ai 5 stelle che prevede l’incandidabilità per chi “ricopre una carica elettiva”,il Movimento Cinque Stelle si trova – di fatto – senza una candidata. Pertanto, solo una modifica del regolamento (che non sembra essere all’ordine del giorno) potrebbe cambiare la situazione.

Ad ogni modo, al netto del giudizio sul regolamento interno – frutto di posizioni ben note all’interno dei pentastellati – ciò che lascia perplessi è l’incapacità del Movimento di “produrre” altra candidatura che non sia quella della Farese. Davvero il primo partito politico della provincia di Benevento, un partito che come si diceva esprime nel Sannio 4 tra deputati e senatori, non è in grado di dar vita – in un appuntamento elettorale come le elezioni regionali – ad una sana competizione interna?

Tutto ciò chiama evidentemente in causa la necessità, che vale per tutti i partiti ed ovviamente anche per i 5 stelle, di avviare una seria riflessione sulla formazione di una classe dirigente che non viva di un mero e sterile approccio autoreferenziale.
Altrimenti il rischio concreto è quello di un “triste ritorno al passato”.