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Il delicato e complesso tema delle malattie mentali è stato affrontato questo pomeriggio nella Sala Consiliare della Rocca dei Rettori.
Favorire lo sviluppo armonico dell’essere umano è l’obiettivo che per ‘Sinergie’ si è posto Antonella Botticelli, puntando ad una unione di cultura, bellezza e ricerca interiore.
Giovanni Ariano, psicologo e psicoterapeuta ha invece parlato de “Le cure nella storia della follia”. Ha compiuto un exucursus sulle tecniche e terapie di guarigione, anche di tipo mistico-religioso, ad opera di grandi medici e studiosi.  Allo stato attuale, si ritiene che la malattia mentale sia il risultato di un’interazione complessa tra fattori ereditari ed ambientali. La ricerca ha dimostrato che molti disturbi mentali hanno una componente ereditaria. Spesso, un disturbo mentale insorge in un soggetto con un corredo genetico che presenta una predisposizione a tali disturbi se è sottoposto a un maggiore stress in ambito familiare o lavorativo.  Non è sempre possibile distinguere chiaramente la malattia mentale dal comportamento normale. Quando si pensa alla malattia mentale, le persone dovrebbero fare una distinzione tra la malattia mentale grave (cronica) di lunga durata, che limita gravemente le attività giornaliere o la capacità lavorativa della persona (come una psicosi che dura tutta la vita) e gli episodi gravi ma brevi, con sintomi che dovrebbero risolversi, nonché i sintomi cronici che tuttavia non interferiscono con le attività o il lavoro. Ariano ha attaccato: “ Nel secolo scorso   ha definito solo  una grande  confusione”.  Poi ha rimarcato : ” Non occorrono  tranquillanti. Possono  tamponare,  ma non curano. Occorre ridurre  il commercio dei farmaci. La follia non è  biologica”. Per Ariano  occorre invece lavorare sull’ aspetto psicologico : ” Prima la schizzofrenia  era ritenuta la malattia più grave del secolo scorso oggi non è  più cosi”