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Benevento – C’è anche un uomo della provincia di Benevento tra le 70 le persone finite nei guai in seguito a una vasta operazione della polizia contro la pirateria audiovisiva, disposta dalla Procura distrettuale di Catania sul territorio nazionale. Il sannita al momento è indagato per associazione a delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato. Inoltre deve rispondere di un’altra serie di reati come il riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.

L’operazione, denominata ‘Gotha’, ha fatto luce sul 70% di streaming illegale nazionale che coinvolge oltre 900.000 utenti con profitti di milioni di euro al mese. Dalle indagini si è scoperto che l’uomo, difeso dall’avvocato Antonio Leone, nelle qualità di “admin” e “broker” dell’organizzazione illecita si dedicava all’attività di streaming illegale di contenuti a pagamento (IPTV) in associazione con altri soggetti, alcuni già identificati ed altri ancora da identificare, tutti organizzati gerarchicamente secondo ruoli distinti e ben precisi (capo, vice capo, tecnico admin, master, reseller e sub reseller, prestanomi, vendor) distribuiti sull’intero territorio nazionale (c.d. “poli” di Catania, Salerno, Trapani, Napoli, Roma). I soggetti tra loro erano in stretto collegamento ed in costante comunicazione (anche tramite messaggistica social e chat), legati da un vincolo associativo tendenzialmente stabile o permanente, come si desume da alcune chat. 

L’organizzazione era specializzata nella distribuzione ad un numero elevato di utenti, in ambito nazionale ed internazionale, di palinsesti live e contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive, attraverso il sistema delle IPTV illegali.

Il tecnico beneventano si sarebbe avvalso di una stabile struttura risultante dall’organizzazione di uomini e mezzi (IPTV centrale flussi, smartcard, decoder, blocker, encoder, server remoti) direttamente funzionale alla realizzazione degli scopi associativi, ovvero la commissione di una serie interminata di reati, quali la diffusione abusiva di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, l’impegno del denaro acquisito dalla vendita illegittima a migliaia di acquirenti di plurimi pacchetti di accesso alle più note pay tv, l’intestazione fittizia di beni, il danneggiamento dei sistemi informatici appartenenti alle più note pay tv, la sostituzione di persona, l’indebito utilizzo e falsificazione di carte di credito e di pagamento, il possesso e la fabbricazione di documenti falsi, l’accesso abusivo ad un sistema informatico. E così facendo avrebbe realizzato ingenti profitti, ed al contempo inquinato il libero mercato e le regole della legittima concorrenza e cagionava altresì danni rilevanti ai legittimi titolari del diritto di autore.

Come broker dell’organizzazione avrebbe procurato utenze telefoniche, account di posta elettronica intestati mediante utilizzo di dati personali terzi, nonché la documentazione per l’attivazione degli abbonamenti alle società televisive che servono alla generazione dei flussi abusivi, e documenti di identità e le carte di credito da utilizzare per i fini illeciti dell’organizzazione, ovvero per l’attivazione degli abbonamenti televisivi da cui vengono prelevati abusivamente i segnali per la generazione dei flussi.

Come admin avrebbe avuto anche compiti tecnici fornendo e scambiando informazioni con gli altri sodali sulle chat del gruppo “Staff Now”. Poi come admin si sarebbe occupato, in cambio di un corrispettivo periodico pagato direttamente al capo della organizzazione della gestione tecnica ed amministrativa dei flussi streaming illegale che rivendeva a numerosi reseller e clienti finali della propria sottorete. 

Inoltre, l’uomo avrebbe controllato direttamente una platea di rivenditori dediti alla vendita degli abbonamenti abusivi, oltre ad avere una rete autonoma di clienti. Avrebbe pure fornito informazioni agli altri associati sulla creazione ed utilizzo di postpay da impiegare per gli scopi del sodalizio. Gestiva, in cambio di un corrispettivo al sodalizio, i flussi abusivi prelevati dalla piattaforma DAZN (per gli eventi sportivi).

Avrebbe utilizzato le necessarie autorizzazioni e senza pagare il dovuto corrispettivo all’avente diritto poneva in essere plurime azioni finalizzate all’esercizio e fruizione dell’attività illegale IPTV (Internet, Protocol Television) ed altre attività illecite di pirateria audio-video per accedere ai servizi e contenuti offerti da Sky Italia s.r.l., quali ad esempio palinsesti televisivi a pagamento, opere cinematografiche tutelate dal diritto d’autore, servizi multimediali e video on demand (Sky Cinema Romance HD, Sky Cinema Drama HD, Comedy Central, Sky Sport HD, Sky Sport Moto Gp HD, Sky Formula 1 HD, Nick Jr., Sky Sport Arena HD, Fox Crime HD, Sky Cinema Uno e Due).

Avrebbe introdotto abusivamente, e con violenza sulle cose, nei sistemi telematici delle predette Pay per view protetti da misure di sicurezza, fruendo dei relativi servizi senza corrispondere il relativo corrispettivo al titolare avente diritto cagionandogli danno rilevante. In assenza di accordo con il legittimo distributore, ritrasmetteva o diffondeva beni protetti dal diritto d’autore, attraverso la rete internet, mediante centrale, decoder, smart card ed encoders, la decodificazione di trasmissioni ad accesso condizionato.

In questa fase l’indagine ha riguardato solo coloro che hanno rivestito i ruoli apicali dell’organizzazione, nonché i rivenditori dei pacchetti tv (reseller), successivamente si procederà all’identificazione  dei fruitori dei servizi illegali.

Le città interessate dalle perquisizioni sono state: Ancona, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Catania, Cosenza, Fermo, Messina, Napoli, Novara, Palermo, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Siracusa, Trapani, L’Aquila e Taranto. L’operazione si è avvalsa dell’ausilio del personale dei Centri Operativi Sicurezza Cibernetica di Palermo, Reggio Calabria, Roma, Bologna, Napoli, Perugia, Ancona, Pescara, Milano, Bari e Torino.