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Il Benevento lo conosce bene, avendo trascorso nel Sannio due anni della sua carriera e avendo contribuito a scrivere la storia a tinte giallorosse. La serie C l’ha disputata talmente tante volte da conoscerne pregi e difetti, assaporando anche la B, dove tutto è cominciato con la maglia della Salernitana. In venti anni di carriera, Fabio Mazzeo ha vissuto svariate esperienze e avuto centinaia di compagni di squadra. Tra questi anche Davide Agazzi, uno dei voluti nuovi del Benevento targato Carli. Insieme hanno giocato a Foggia e Livorno, mentre oggi il centrocampista di Trescore Balneario è approdato laddove Mazzeo è riuscito in ciò in cui tutti avevano fallito: portare la Strega tra i cadetti.
Sto seguendo i movimenti dei giallorossi, ho visto che è arrivato anche Agazzi, penso sia un acquisto straordinario. Per me può ricoprire tutti i ruoli del centrocampo, è un ragazzo umile e un calciatore fortissimo. Forse è poco sponsorizzato, ma per le qualità che possiede ha dimostrato di poter giocare in altre categorie“, descrive così l’ex compagno il 40enne attaccante salernitano, “ci siamo sentiti l’ultima volta un annetto fa, è un grande acquisto per il Benevento. Spero sia cresciuto in personalità, era l’unica cosa che gli mancava. E’ un ragazzo molto equilibrato, saprà adattarsi bene. Parliamo di un calciatore in grado di farsi ammirare da tutte le tifoserie dove ha giocato, riesce a farsi voler bene per l’impegno e per quello che dimostra in campo“.
Un giocatore, insomma, che potrà dare un contributo importante al nuovo corso della compagine sannita: “Quello intrapreso è un percorso importante per una squadra di serie C, non avevo dubbi sulle intenzioni del Benevento. Forse è anche un po’ troppo importante, perché Marcello Carli è un dirigente esperto e di categoria superiore. Il Benevento ha sempre avuto la possibilità di prendere chiunque, anche per questo non mi spiego quanto successo negli anni passati, due retrocessioni di fila restano un mistero“.
La realtà, però, mette i giallorossi davanti alla dura consapevolezza di dover ripartire dalla Lega Pro. A distanza di sette anni, dopo aver conosciuto la B e addirittura la A, il Benevento si ritrova a fare i conti con quella categoria da cui è faticosamente emerso. “La C è difficilissima, anche se il livello è un po’ sceso negli anni. Prima ogni squadra aveva cinque, sei elementi di spessore, mentre oggi trovi tre, quattro formazioni davvero forti. Poi ci sono quelle che puntano sui giovani e quelle che cercano l’exploit“, prosegue Mazzeo, “il percorso proposto per la Lega Pro, a mio avviso, è sbagliato. Mentre è salito il livello della B e addirittura dei dilettanti, in C molti giocatori preferiscono non andare e le società si ritrovano a puntare su persone sbagliate, considerando anche le fasce di età. Negli ultimi dieci anni le regole inserite hanno portato il livello ad abbassarsi“.
Sarà un mondo in parte nuovo per la Strega: “Il Benevento dovrà temere solo se stesso. Con la rosa che ha non deve preoccuparsi di nessun avversario. Bisognerà cercare di creare, però, un ambiente positivo, ci sarà bisogno di unione e servirà la consapevolezza che in serie C le gare sono fatte di episodi, saranno quelli a essere determinanti. Non si vinceranno le partite per cinque a zero, conteranno i momenti. Il Catanzaro dello scorso anno resta un’eccezione. Servirà un clima positivo e bisognerà volersi bene per riportare il Benevento in altre categorie, quelle che gli competono“.
La strada è indicata, adesso toccherà alla formazione guidata da Matteo Andreoletti seguirla. Un percorso necessario per cancellare le scorie del recente passato e mitigare l’amarezza della retrocessione. “Bisognerà coinvolgere i tifosi e renderli partecipi“, è il consiglio finale di Fabio Mazzeo, “quando si retrocede si fanno sempre tante ipotesi, poi magari di quello che si dice in giro non è vero nulla e c’era semplicemente una squadra che non andava. Il Benevento ha bisogno di essere un collante, non deve separarsi da chi vive la squadra quotidianamente e settimanalmente. Una cosa del genere successe anche a Foggia, all’inizio sembrava esserci scoramento, poi riuscimmo a creare i giusti presupposti per far aumentare il numero di tifosi al nostro fianco“.