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Cosa fare per ‘mettere in salvo’ e valorizzare a pieno l’importante rete museale di cui dispone la Provincia di Benevento?

E’ l’interrogativo al quale si è provato a dare risposta oggi alla Rocca. Con risultati non entusiasmanti. Per ora.

Almeno questa è la sensazione lasciata in dote dal convegno che ha visto la partecipazione del presidente della Provincia Claudio Ricci, del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, del consigliere regionale Erasmo Mortaruolo, del sottosegretario ai Beni Culturali Antimo Cesaro.

Chiara la proposta dei rappresentanti istituzionali sanniti: giungere ad una convenzione pluriennale con Ares, agenzia del ministero dei Beni culturali, per gestire l’enorme patrimonio artistico, culturale, immobiliare e di risorse umane.

Una proposta che già lo scorso 18 agosto Ricci aveva messo nero su bianco in una lettera inviata al ministro Dario Franceschini.

A ribadirla, oggi, Umberto Del Basso De Caro: “La situazione paradossale della Provincia di Benevento è di essere proprietaria di un gran numero di immobili di prestigio straordinario, con emergenze eccezionale. Le istituzioni culturali fanno quasi tutte capo alla Provincia: non c’è un museo cittadino, ma solo provinciali, grazie all’opera di insigni studiosi che li vollero; poi a questo patrimonio si sono aggiunti ulteriori immobili altrettanto prestigiosi (Arcos, Villa dei papi, etc.). Sulla gestione di questo immenso patrimonio si è abbattuta la legge Delrio, che era preordinata alla soppressione delle Province da realizzare con una legge costituzionale. Da qui il referendum costituzionale che, però, non è stato approvato dal popolo italiano e dunque siamo tornati al punto di partenza. Le Province segnalano di vivere una condizione di assoluto disastro: come rilanciare in questa condizione le emergenze culturali ed archeologiche, che per noi sono delle autentiche risorse per il nostro stesso sviluppo e per la rinascita del territorio, non avendo il mare? E’ necessaria un’opera di manutenzione straordinaria per la salvaguardia fisica di questi beni; ma è necessaria anche sostenere i lavoratori che le tengono aperte e funzionanti. Ebbene, la Provincia di Benevento ha indicato al Ministero dei Beni culturali questa rete tutta insediata in immobili di proprietà: la proposta è quella di giungere ad una Convenzione pluriennale con la Società Ares, che è del Ministero, per gestire questa massa immobiliare insigne. Speriamo di poter anche coinvolgere la imprenditoria privata: anche così si potrà non disperdere il nostro immenso patrimonio che è il tratto identitari del popolo sannita e della nostra civiltà trimillenaria”.

Una operazione simile, ha ricordato l’esponente sannita del Pd, è già stata prodotta in Campania per gli Scavi di Pompei e la Reggia di Caserta.

La risposta del collega di governo, il sottosegretario Cesaro, però, ha tanto il sapore del ‘nì’.

“Noi abbiamo un problema dei Musei provinciali – le parole di Cesaro – che non riguarda solo Benevento, ma buona parte del Mezzogiorno ed in misura più limitata altre aree del Paese: dunque oggi non possiamo pensare solo ad una soluzione tampone per la Provincia di Benevento, ma dobbiamo tenere conto di un dato di fondo che riguarda il Paese”.

“Poi vorrei dire – ha aggiunto – che non tutti i beni culturali sono attrattori turistici, anche se sono comunque testimonianze di civiltà: potrebbe essere anche antieconomico sostenere tutta la rete museale. Probabilmente non è stato oculato istituire una gran numero di Musei negli anni passati; spesso si è agito senza tener conto della sostenibilità della istituzione culturale dal punto di vista economico sul lungo periodo. Occorre, dunque, prima ancora di prospettare una soluzione quale la presa in carico da parte del Ministero, attraverso Ares, della intera rete museale provinciale, avviare un’analisi improntata al rigore ed alla concretezza”.

“La rete museale è provinciale, – ha proseguito – ma ne chiediamo al Ministero i soldi per la gestione: occorre invece proseguire sulla strada della razionalizzazione di questi beni. La semplice elargizione da parte del Bilancio statale non funziona più”.

La palla, dunque, torna nella metà campo della Provincia, chiamata a gestire e a valorizzare una imponente rete museale: Museo del Sannio e Chiostro di Santa Sofia, Arcos, Complesso Sant’Ilarioa Port’Aurea, Biblioteca Provinciale, Geobiolab; e poi il Meg di Solopaca ed il Paleolab di Pietraroja.

“Quello della cultura, per noi, – ha dichiarato nella sua introduzione Claudio Ricci – è un argomento importantissimo: abbiamo un patrimonio artistico, storico e culturale eccezionale che occorre gestire nel miglior modo possibile. Dopo l’approvazione della legge n. 56 del 2014 (Legge Delrio) che ha ridotto le competenze delle Province e suddiviso le funzioni tra fondamentali e non fondamentali, escludendo la cultura dal novero delle competenze, la Regione ci ha subdelegato la gestione della cultura, dopo circa 18 mesi di interregno e di incertezze, assegnandoci anche delle risorse finanziarie per la rete museale. Grazie al volontariato dei nostri dipendenti e con la collaborazione delle Cooperative e delle Società Sannio Europa siamo riusciti a tenere aperta questa rete e ad attirare sul territorio un gran numero di visitatori. Oggi però noi chiediamo al Governo un nuovo sostegno di risorse finanziarie per tenere aperta questa rete. Noi in questi mesi siamo riusciti a governare una pesante precarietà senza soldi e senza personale. Forse il nostro compito con la legge 56 era quello di accompagnare alla fine le Province, perché era stato immaginato anche un processo di cancellazione delle stesse che sarebbe dovuto avvenire con la riforma costituzionale che il 4 dicembre 2016 il popolo italiano ha però cancellato. Dunque, oggi, si pone il problema di come tenere la barra al centro e di come valorizzare questo nostro patrimonio, però colmando quello che è  al momento un vuoto normativo. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto in questi mesi per il territorio attraverso la nostra rete museale. Io sono sicuro che il Governo non ci lascerà da soli in questa nostra battaglia soprattutto per i lavoratori che sono impegnati nella gestione di questa rete”.

Ed è in questo quadro che Ricci comprende anche la vicenda del reintegro dei lavoratori ex Art Sannio i cui licenziamenti sono stati dichiarati nulli dal tribunale di Benevento.

Di situazione critica ha parlato anche il consigliere regionale Erasmo Mortaruolo “Ci sono tempi molto stretti per mettere in campo iniziative da parte della classe dirigente regionale e provinciale. Come Regione siamo già intervenuti per mettere in campo per la via Francigena. Noi abbiamo circa 26 milioni di Euro da mettere in campo, ma noi dobbiamo presentare un paniere di nuove iniziative al Ministero dei Beni culturali. Abbiamo già fatto molto per il turismo religioso con il treno Benevento – Pietrelcina; ma abbiamo molte criticità da affrontare, ma sono favorevole all’intervento dei privati, ma deve essere il pubblico a gestire questo patrimonio”.

All’incontro hanno preso parte il Questore Bellassai ed il Vioce Prefetto Canale, i consiglieri provinciali Renato Lombardi e Giovanni Campobasso e numerosi sindaci.