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Benevento – Torna a parlare Oreste Vigorito. Questa volta il numero uno del Benevento ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera. Il presidente giallorosso ha affrontato diversi temi con il giornalista Carlos Passerini, di seguito vi offriamo gli spunti più interessanti del suo intervento.

BARONI – «No, alt. Io Baroni non l’ho cacciato, l’ho aiutato a ritrovarsi. Lo adoro, ci adoriamo, ma non poteva più essere il nostro allenatore. Credo molto in De Zerbi, è l’uomo giusto per la salvezza. Perché guardi che noi ci salviamo, lo scriva pure. Ora le streghe ci sorridono. Quando comprai il Benevento dissi che saremmo andati in A e mi presero per pazzo. Adesso siamo partiti e vogliamo un altro record: salvarci dopo aver perso le prime 14. Come diceva Troisi, scusate il ritardo».

NAPOLI – «Dopo il diploma mio padre mi regalò un abbonamento al San Paolo, impazzivo per Maradona. Nel 2004 mi coinvolsero per prendere il Napoli ma la spuntò De Laurentiis, nel 2006 siamo andati sul Benevento. Dovevo qualcosa a questa città nella quale ho vari interessi economici».

MASTELLA – «Ma no, mi ha dato fastidio solo quando ha parlato del Benevento come stereotipo negativo. Ieri mi ha scritto un messaggio, è stato carino».

BENEVENTO – «Col Benevento non ho comprato un’azienda ma un’emozione. Sa qual è l’immagine che amo di più? Quando al martedì arrivano al campo di allenamento i bimbetti paffutelli del vivaio, quelli che nel professionismo non arriveranno mai. Be’ il calcio quello è. Alla domenica arrivo allo stadio presto, passeggio, parlo con mio fratello Ciro che non c’è più. Se n’è andato qualche anno fa, lo stadio è intitolato a lui. Domenica Ciro era nel vento, nelle nuvole, era con me, con noi. Era milanista. Ecco perché era giusto finisse pari».