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Benevento – Il 27 luglio 2017 è una data che non dimenticherà mai. Anna Parrella, sorella di Antonio, è stata ospite de “I Fatti Vostri”, programma di Rai 2 condotto da Giancarlo Magalli per ripercorrere le tragiche circostanze che portarono alla morte del 32enne beneventano. “Un omicidio brutale, di cui ancora oggi non riesco a darmi spiegazioni”, ha dichiarato Anna, seduta al tavolo con il conduttore e con l’avvocato Angelo Leone, il legale della famiglia Parrella

Come noto, Antonio Parrella perse la vita nel corso di una festa di compleanno organizzata in un ristorante situato alle porte di Benevento. Nel cortile del locale fu aggredito con calci e pugni, per poi essere lasciato in fin di vita per oltre un’ora. Quando arrivò al Rummo la situazione apparve subito critica, le condizioni si aggravarono e Antonio mori. 

Dopo giorni di indagini fu arrestato il 30enne Silvio Sparandeo, ritenuto colpevole dopo l’attenta esaminazione dei filmati e le accurate indagini delle forze dell’ordine, che trovarono risposte importanti nei cellulari degli invitati a quella festa. Mercoledì 12 febbraio è prevista la sentenza della corte di Appello. 

I ricordi di Anna sono indelebili: “La sera vennero dei poliziotti a casa, dissero a mia madre che avrebbe dovuto seguirli perché Antonio era in ospedale con delle ferite al volto e al torace. Andai anche io, inizialmente  parlai con la dottoressa che mi fece subito capire la gravità della situazione. Poi vidi mio fratello, e appena lo vidi mi resi conto che era stato picchiato”, racconta la donna. 

Le condizioni del giovane, d’altronde, non lasciarono dall’immediato molte speranze: “Aveva un occhio tumefatto e il labbro superiore che toccava quasi il naso. Dissero che era caduto, ma era palese che fosse stato picchiato. Successivamente questa ipotesi è stata confermata dalle immagini che testimoniano la violenza dell’azione – prosegue Anna – Nell’occasione un ragazzo si è anche slogato la caviglia e quello che mi stupisce maggiormente è che i presenti si siano preoccupati di soccorrere immediatamente questo ragazzo e non mio fratello, che è rimasto lì in fin di vita per un’ora abbondante senza essere stato soccorso da nessuno. Gli invitati a quella festa sono passati con le macchine accanto al corpo di mio fratello senza curarsene, era impossibile non vederlo”. 

La sorella di Antonio ha poi posto l’accento sul clima respirato in città in quei giorni: “Era un giocherellone, amava scherzare con tutti. Non so il motivo per il quale mio fratello è morto e per cui è stata usata quella violenza. Ciò che mi fa male è il clima di omertà che si respirava nella città di Benevento, nessuno ha visto qualcosa o sa qualcosa. Antonio e Silvio erano amici, non so ancora oggi come si possa essere arrivati a questo. Me lo chiedo da tre anni. Non si può ridurre un ragazzo in quelle condizioni. Un omicidio talmente brutale che ancora oggi mi lascia grandi domande. Antonio aveva una bimba che oggi ha 9 anni, era legatissima al padre. Lo chiamò anche la sera della festa. Lei sa che è caduto, non possiamo raccontarle altro”. 

La parola è poi passata all’avvocato Angelo Leone: “La Questura di Benevento ha ha fatto un’opera di identificazione. Guardando i filmati e le foto della festa gli agenti sono riusciti a ricostruire l’abbigliamento di ogni ragazzo. Solo verificando come era vestito ognuno degli invitati si è giunti alla conclusione e dunque al colpevole. Il 12 ci sarà la sentenza, ci auguriamo che sia confermativa della piena responsabilità dell’imputato”.