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Benevento – Dopo 3 settimane di indagini, ipotesi, fermi e testimonianze, l’assassino o gli assassini di Antonio Parrella, 32 anni, di Benevento, pestato a morte la sera del 27 luglio in un ristorante di Contrada Pino, ancora non hanno un nome.

Umberto Sferruzzi, principale indagato scarcerato dal Tribunale del Riesame di Napoli per “mancanza di gravi indizi di colpevolezza, fin dalle prime ore dopo il fermo dichiarò la sua estraneità ai fatti sostenendo di aver provato a soccorrere il Parrella senza purtroppo riuscirci, a causa di una caduta.

Dichiarazioni che gli inquirenti considerarono poco chiare decidendo così di formulare l’accusa di tentato omicidio anche dopo aver ascoltato delle persone presenti alla festa e visionato le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza del ristorante.

Nei giorni successivi l’autopsia sul corpo di Antonio Parrella, che confermarono il pestaggio, date le ferite rilevate sul corpo e sul viso della vittima. La Procura, sotto la direzione del capo della Squadra Mobile, Emanuele Fattori, ha così continuato ad indagare cercando di comprendere eventuali legami e rapporti tra le persone presenti e Antonio e scavare tra le contraddizioni dei racconti.

Il 4 agosto una prima possibile svolta: 6 persone presenti al Triclinio del Fauno, Corrado Sparandeo, Silvio Sparandeo, Vincenzo Piscopo, Michele Meoli, Giovanni Piscopo e Gianluca Peluso, tutti di Benevento, vengono accusati di favoreggiamento. A questo punto le indagini si allargano: vengono effettuate perquisizioni e sequestri. Prelevati abiti e cellulari sui quali saranno effettuati i necessari accertamenti. Gli interrogativi sono ancora tanti: una rissa? Un pestaggio di gruppo oppure un regolamento di conti?

Ciò che è accaduto il 9 agosto lascia apertissimi questi interrogativi perché Umberto Sferruzzi – assistito dall’avvocato Antonio Leone –  viene scarcerato dal Riesame per “mancanza di gravi indizi di colpevolezza”.

La famiglia di Antonio Parrella – assistita dall’avvocato Angelo Leone- continua a chiedere giustizia affinché si possa far luce su questa terribile vicenda.