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Venticinque indagati, 29 società bulgare e 34 italiane coinvolte, un giro d’affari di circa 70 milioni di euro: questi i numeri di una maxi inchiesta della Guardia di Finanza che ha accertato presunti reati per bancarotta fraudolenta, associazione a delinquere e falso commessi in numerose città bulgare sotto la regia di una mente criminale beneventana.

E’ questo lo spaccato emerso nel corso di una Conferenza Stampa che si è svolta in Procura con la partecipazione del Procuratore capo Aldo Policastro e la partecipazione del Comandante provinciale delle Fiamme Gialle Eugenio Bua, del colonello Giovanni Ferrajolo. Sedici professionisti coinvolti, facenti capo a 12 società di consulenza legale e amministrativo-contabile, quattro persone ritenute prestanome e 2 interpreti/traduttrici di madrelingua bulgara.

Dopo due anni di indagini la Magistratura Inquirente e Guardia di Finanza hanno tirato le somme di quella che è stata definita dal Procuratore Policastro come una “fase preliminare” dell’inchiesta. La complessità e la vastità dell’indagine ha, tuttavia, indotto il Procuratore a rendere noti le prime acquisizioni dell’inchiesta. Da Benevento, un noto imprenditore operante nel settore alberghiero in pieno centro stoico, avrebbe dunque condotto un complesso meccanismo di natura economico-finanziario che ha coinvolto il Paese dell’est europeo in quanto la sua legislazione in materia fiscale sarebbe assai più permissiva rispetto alla nostra e dunque di fatto più permeabile a manovre speculative per arricchimento fraudolento.

Coinvolte anche le province  di Avellino, Roma, Milano, Napoli, Cosenza e Varese, nonché in territorio bulgaro (Sofia e Plovdiv). Si è quindi proceduto all’emissione di un provvedimento cautelare interdittivo del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale e di impresa o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per dodici mesi, nei confronti di 8 persone, professionisti e imprenditori sanniti e della Valle Telesina operanti nel settore turistico-alberghiero, edile e della grande distribuzione alimentare.

Sequestrato in maniera preventiva l’intera azienda di una nota struttura ricettiva cittadina, dei beni aziendali strumentali all’esercizio dell’attività alberghiera, nonché dei titoli abilitativi e di due appartamenti ubicati sempre in Benevento. Le indagini ebbero inizio nel febbraio del 2019, allorquando in esito ad un’attività info-investigativa svolta su una importante struttura alberghiera del capoluogo sannita, emergevano significative anomalie fiscali in relazione alle posizioni delle persone fisiche e giuridiche riconducibili alla citata struttura, gestita da un gruppo familiare costituito da un noto professionista beneventano e dai suoi due figli.

Nel mese di settembre dello stesso anno sulla scorta dei primi esiti delle indagini tecniche – diverse perquisizioni svolte presso domicili e studi professionali dei soggetti coinvolti. Lo sviluppo delle investigazioni induceva le Fiamme Gialle ad analizzare un’operazione straordinaria di “fusione transfrontaliera per incorporazione tra società di capitali”, avente ad oggetto l’azienda costituente il segnalato complesso alberghiero, connessa ad una serie di ulteriori operazioni aziendali. Gli organi inquirenti hanno ritenuto che tali operazioni fossero unicamente dirette a “tutelare” il patrimonio aziendale della società incorporata, trasferendolo ad una società bulgara – comunque riconducibile agli indagati – soggetta ad una normativa più favorevole rispetto a quella nazionale, con il fine di sottrarlo al fisco italiano e di continuarne la gestione sul territorio dello stato mediante due nuove società all’uopo costituite.

La prosecuzione delle indagini consentiva, poi, di acquisire gravi indizi di colpevolezza in ordine ad un’articolata organizzazione e una fitta rete di persone fisiche e giuridiche gravitanti nell’orbita professionale e relazionale di un noto professionista beneventano e dei suoi figli, i quali, secondo la prospettazione accusatoria, accolta dal Gip, hanno promosso, organizzato e gestito una consolidata e fiorente “attività di consulenza” per il trasferimento e il mantenimento di imprese in territorio bulgaro, la maggior parte delle quali nelle città di Sofia e Plovdiv, al fine di sottrarle al pagamento delle imposte e sottrarne i patrimoni al sequestro e a procedure fallimentari e/o esecutive.

Il modus operandi adottato dagli indagati è stato caratterizzato dal sistematico trasferimento in Bulgaria di società italiane, che pur mantenendo la medesima denominazione, sono state trasformate in imprese bulgare di diritto locale.

Nello specifico, si ritiene che le società di diritto italiano (gravate da onerosi debiti erariali) venivano preliminarmente “svuotate”, attraverso operazioni di alienazione di immobili e crediti, poste in essere nel periodo immediatamente antecedente il trasferimento in Bulgaria. Le stesse, poi, ormai svuotate di elementi attivi, venivano quindi cancellate dal Registro delle Imprese nazionale per trasferimento all’estero.

Il Procuratore  Policastro ha sottolineato: “C’è stata una cooperazione internazionale, interessate molte città italiane. L’attività investigativa è in una fase preliminare”.

Il Comandante della Guardia di Finanza, Eugenio Bua  ha spiegato che di particolare rilevanza è stata la fiscalità internazionale del paese estero : “E’ stata un’indagine molto proficua per l’altissima collaborazione tra tutte le forze dell’ordine in atto anche per la sua azione complessa”. 

Ecco i nomi degli indagati: 

Giuseppe Ciccopiedi, 69 anni, Alessandro Ciccopiedi, 33 anni, Leonardo Ciccopiedi, 37 anni, Bruno Fragnito, 62 anni, Cosimo Aquino, 70 anni, Lucia Marciano, 59 anni, Michele Malgieri, 46 anni, Angelo Malgieri, 71 anni, Marzina Grasso, 88 anni, Domenico Cioffi, 46 anni, Salvatore Cioffi, 48 anni, Valerio Fragnito, 42 anni, Saverio Tresca, 56 anni, Antonio Fragnito, 71 anni, Annunziata Calabrò, 58 anni, Domenico Miele, 59 anni, Claudio Calenda, 25 anni, Massimo Battisti, 59 anni, Amleto Ocone, 83 anni, Linda Ocone, 52 anni, Maurizio Torelli, 71 anni, Rita Puzio, 59 anni, Antonio Puzio, 55 anni, Giuseppe Puzio, 34 anni, Valter Claudio Corsini, 55 anni.