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La “chiamata alle armi” è arrivata domenica scorsa, a quasi un anno di distanza dall’ultima apparizione su un campo da gioco. Nicolò Manfredini non indossava i guanti dal 15 dicembre 2021, giorno della sfida di Coppa Italia persa al “Franchi” contro la Fiorentina dalla formazione di Fabio Caserta. Un anno vissuto in naftalina, a sottolineare come non sia affatto semplice la vita del dodicesimo. Un ruolo da ricoprire con la consapevolezza di giocare con il contagocce e con l’obbligo di farsi trovare pronto in caso di necessità.

Prerogative confermate contro il Cittadella, subentrando all’intervallo e risultando determinante per il successo della Strega. Gli interventi di Manfredini hanno consentito a Fabio Cannavaro di ottenere il primo successo al “Ciro Vigorito” della sua gestione, facendo fruttare al massimo il gol di Tello e consegnando solo alle statistiche il rigore fallito da Forte. Un contributo notevole quello del portiere classe 1988 originario di Ferrara, secondo per numero di parate (7) solo a Caprile del Bari (9) nell’ultimo turno.

Contro i veneti, l’estremo difensore che nel maggio prossimo anno compirà 35 anni, ha collezionato “appena” la decima presenza in giallorosso, nonostante nel Sannio sia arrivato nell’estate 2019. Quarta stagione con il Benevento per un ragazzo che si è sempre messo a disposizione del gruppo, consapevole di avere davanti Montipò, prima, e Paleari, poi. La squadra prima del singolo, qualità apprezzate dentro e fuori lo spogliatoio.

Non è un caso, allora, che quella con la Strega sia una delle esperienze più lunghe nella carriera di Manfredini, superata esclusivamente dai cinque anni trascorsi a Modena. Domenica sarà la sua partita e il destino potrebbe metterci lo zampino. Paleari fino a metà settimana non si è allenato col gruppo, la sua convocazione per il match del “Braglia” non appare in dubbio ma Cannavaro potrebbe decidere di non rischiare il portiere di Giussano, consegnando la prima maglia da titolare della stagione al suo vice. Un evento che in campionato non si verifica dal 6 novembre 2021. Un pomeriggio che Manfredini probabilmente non ricorderà con piacere, battuto quattro volte da un Frosinone in grado di espugnare il “Ciro Vigorito”.

Un trend opposto rispetto all’avventura di Modena, chiamato a difendere per 83 volte i pali dei canarini dal 2012 al 2017. Da Marcolin a Capuano, passando da allenatori come Novellino e Crespo, condividendo lo spogliatoio con Pinsoglio e Provedel, oggi rispettivamente terzo portiere della Juventus e numero uno della Lazio. Esperienze che gli hanno permesso di crescere come giocatore ma soprattutto come uomo, perché davanti alla prospettiva di poter scendere in campo contro la sua ex squadra, Manfredini ha subito posto un freno. “Mi auguro che Paleari si riprenda perché abbiamo bisogno di lui”, sono state le parole nell’immediato post gara col Cittadella, “a Modena non sarà facile, è una squadra costruita bene, con giovani che hanno già maturato esperienza. Sarà una partita stile Parma, non dovremo mollare perché abbiamo bisogno di punti”. E forse anche delle parate di Manfredini.