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Ci abbiamo provato, su consiglio di Vasco Rossi, a cercare un senso a questo storia anche se questa storia un senso non ce l’ha. Non ci siamo riusciti. Il suono della resa dei conti interna al Pd sannita resta quello di un inno al Tafazzismo. Sono i fatti, d’altronde, a stridere con le conclusioni a cui è giunta l’assemblea Dem. Dinanzi a una sfida già persa, Antonella Pepe ha deciso di candidarsi comunque, raccogliendo l’invito della direzione nazionale del suo partito. E’ stata sfiduciata per questa ‘colpa’. L’assemblea provinciale aveva indicato altro? E sì, lo abbiamo capito. Ma dinanzi alla diversa valutazione espressa dal Pd nazionale, che in fondo ha preferito candidare con il Pd un dirigente del Pd e non di un altro partito (sì, questo è stato), appariva già eccessivo il fuoco amico divampato a poche settimane del voto, figuriamoci “il processo” e la sentenza di condanna emessa ieri sera. “Continuiamo così, facciamoci del male” – avrebbe commentato Michele Apicella. “Siete dei marziani” – il rimprovero mosso al parlamentino Pd dal parlamentare Pd Stefano Graziano. E come dargli torto? Perché se non è Marte è un’isola. Rotti i rapporti con Napoli, il nuovo guanto di sfida è a Roma. Per andare dove? E con quale gruppo dirigente? E a fare cosa?