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Torna a farsi sentire Fausto Pepe. L’ex sindaco di Benevento, da pochi mesi dimessosi dalla carica di consigliere comunale, interviene su un argomento a lui caro: il dissesto di palazzo Mosti.

Dissesto che, scrive Pepe, si poteva evitare, considerato che molti comuni in condizioni simili a quelle del capoluogo sannite potranno salvarsi sfruttando le opportunità legate al ‘Salva Comuni’ approvato alla Camera dei deputati.

La mancata approvazione del Piano di Rientro entro il 15 Novembre del 2016 – dichiara dunque Pepe – ha segnato un momento di non ritorno, perdendo non solo la possibilità di richiedere i 17 Milioni di euro del fondo rotativo dello Stato a tasso ZERO, ma soprattutto di ottenere oggi i benefici normativi dell’attuale “salva-comuni” che è stata approvata in commissione bilancio alla Camera”.

Con questa nuova norma infatti – prosegue l’esponente del Partito Democratico – si potranno salvare definitivamente molti Comuni, tra cui Napoli ma non più Benevento”.

Il Consiglio Comunale di Benevento non ha mai potuto veramente scegliere, perché è pervenuta solo la delibera sul dissesto, rafforzando in questo modo l’idea del dissesto politico voluto da Mastella”.

Una scelta che Fausto Pepe definisce “immotivata e scellerata” e “con conseguenze drammatiche”.

Non sono mai stati revocati gli impegni già presi con i creditori, con le banche, con i fornitori, ed oggi con la mancata approvazione del Piano di Rientro e la con la delibera sul dissesto si sono messi a repentaglio i servizi indispensabili per la Comunità, i fondi a garanzia dei finanziamenti europei e soprattutto la possibilità di spalmare in 20 comodi anni i debiti pregressi degli espropri”.

Nemmeno la gara sui Tributi locali – aggiunge –  è stata portata a termine, ed è passato un altro anno e mezzo, nel quale si sono ulteriormente ridotte le Entrate.

La gara avrebbe dovuto permettere di incassare, sino ad oggi, circa 10 milioni di euro e favorire la individuazione degli evasori”.

In ultimo un dettaglio, – conclude Pepe – solo per chiarire i numeri fantasticati veicolati a livello locale e nazionale da Mastella: nessuno ha mai accertato i 110 Ml di euro di debiti più volte evocati.

Semplicemente non si è avuta la capacità e la volontà di prendersi sulle spalle i problemi della città.

Oggi Mastella rifonda l’UDEUR 2.0, e questo val bene un dissesto al Comune di Benevento”.