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Benevento – Sfida il freddo Luigi Diego Perifano per la chiusura della sua campagna elettore. L’ultimo comizio è al Rione Libertà, nella centralissima piazza San Modesto. Sfida vinta. Il primo a prendere la parola, però, è Angelo Moretti. Lavoro, energia verde, valorizzazione dei fiumi e rigenerazione urbana i suoi cavalli di battaglia. Non mancano, ovviamente, gli affondi nei confronti dell’avversario.

Achille Lauro dava una scarpa prima, agli elettori, e la seconda dopo il voto. Mastella ha fatto un passo indietro ed entrambe le scarpe ve le promette per quando le urne saranno chiuse”. Il riferimento, esplicitato dal fondatore di ‘Civico22‘, è per le recenti uscite dell’amministrazione sulla vicenda di Via Saragat: “La campagna elettorale fatta sui bisogni delle famiglie, giustamente arrabbiate, è stata squallida“. Poi spazio al Rione: “In questo quartiere si potrebbe avere il livello di qualità della vita più alto in Città e invece mancano anche i canestri per far giocare a basket i ragazzi“.

Poi tocca a Perifano che sale sul palco alle 19.15, visibilmente emozionato: “Non è facile tenere a bada i sentimenti dinanzi a una piazza così piena, così bella” – confida. Questione di secondi.

Dobbiamo riportare la Città al centro delle attenzioni di palazzo Mosti – esordisce – perché in questi ultimi cinque anni il Comune è stato trasformato in un comitato elettorale in servizio permanente. Io non ho tessere, non ho interessi di partito da tutelare né familiari da candidare“.

A chi dice che sarò un sindaco manovrato rispondo con la mia storia, il mio percorso, la mia coerenza. Non portavo il guinzaglio quando avevo 20 anni, figuriamoci a 62. Sia chiaro a tutti: esiste una sola persona che può darmi degli ordini ed è mia madre” – incalza il candidato sindaco.

Quando ho accettato la candidatura mi ero ripromesso di condurre una campagna elettorale tutta incentrata sui temi. Volevo il confronto con il mio uscente per porgli due sole domande: cosa hai fatto? Cosa vuoi fare? Non è stato possibile. L’unica occasione l’abbiamo avuta pochi giorni fa negli studi della Rai e avete visto tutti come è andata. Messo in difficoltà quelle questioni serie, l’ha buttata in rissa e ha ripreso con le offese e gli insulti. Anche il suo appello al voto è stato un melodramma, dice le stesse cose del 2016 come se non fossero passati cinque anni di sua amministrazione“.

Ma il passato è la sua dimensione, non la mia. Io guardo avanti e se i cittadini lo vorranno mi affiancherò di una giunta composta da volti ed energie nuove“.

Quindi la chiusura: “Io voglio unire la mia Città. E se toccherà a me, sarò il sindaco di tutti i beneventani, quelli che mi voteranno e quelli che non lo faranno“.