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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma delle associazioni Italia Nostra Mat e WWF Sannio.

Da una comunicazione inviata dall’on Francesco Maria Rubano ai sindaci della Provincia di Benevento, apprendiamo che il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, on. Gilberto Pichetto Fratin, il giorno 11 settembre, sarà ospite della Italia Vento Power Corporation, a San Marco dei Cavoti, per avviare un confronto costante con il Governo su tematiche energetiche ed ambientali riguardanti il nostro territorio.

La dichiarata sinergia con il Presidente di Confindustria di Benevento avv. Oreste Vigorito, e la sede dell’evento, non lasciano adito a dubbi: l’obiettivo è quello di una ulteriore proliferazione di impianti eolici nella provincia di Benevento e nelle aree limitrofe.

Ai promotori dell’incontro, ai partecipanti ed al Ministro desideriamo evidenziare le criticità insite in tale approccio, che in sostanza ignora il problema ambientale nella sua reale complessità e privilegia esclusivamente le logiche di profitto connesse alle tematiche energetiche:

  • Le centinaia e centinaia di pale eoliche, presenti ormai da anni nel Fortore e in parte del Tammaro, non hanno prodotto alcuna inversione della marginalità della provincia: gli immensi profitti non hanno prodotto incremento nei livelli di reddito della popolazione, nell’offerta di servizi e neanche hanno ridotto il trend di spopolamento, tant’è che è sempre maggiore il numero di amministrazioni locali che si oppongono ai nuovi progetti.
  • A tutt’oggi, la mancata definizione delle aree idonee e non idonee alle FER, già oggetto di acceso confronto fra il Presidente di Confindustria ed il Presidente della Provincia Benevento, allorquando si pensava di circondare con torri eoliche finanche la Pietrelcina di Padre Pio, mette a forte rischio le economie sostenibili ed eco-compatibili, basate sul turismo, l’escursionismo, l’agroalimentare di qualità, e anche sulla produzione energetica diffusa (alla base delle Comunità Energetiche Rinnovabili) che garantiscono invece la salvaguardia della biodiversità, del paesaggio, del patrimonio culturale.
  • I ritardi istituzionali nei concreti progetti di salvaguardia dell’ambiente sono inaccettabili: da sei anni non vengono emanati i provvedimenti attuativi del Parco Nazionale del Matese, né ancora sono stati avviati i Contratti di Fiume (se si esclude il caso del Basso Calore Beneventano), i Parchi Regionali rimangono sempre senza risorse né personale, le aree protette della rete Natura 2000 (SIC e ZPS) non hanno ancora i Piani di Gestione: tutti strumenti necessari per un approccio strategico non solo alla tutela idrogeologica, paesaggistica ed ambientale della provincia, ma anche alla sua corretta valorizzazione.
  • Ancora incombe il rischio di una centrale idroelettrica, con pompaggio dell’acqua a monte, in area SIC, che andrebbe ad alterare gli assetti idrogeologici e a produrre impatti sull’invaso di Campolattaro, incompatibili non solo con ogni utilizzo economico da parte delle comunità ma anche con la specifica biodiversità e con il progetto di potabilizzazione delle acque del Tammaro.

Le scriventi associazioni ritengono che una concreta progettualità, per l’inversione della tendenza che marginalizza la nostra provincia, sia possibile, ma l’unico modo per perseguirla sia puntare su reali momenti partecipativi, previsti nel quadro normativo europeo, di istituzioni, categorie, associazioni. Incontri quale quello di San Marco dei Cavoti, nella misura in cui punta a esprimere le istanze di un solo gruppo di interesse, anziché essere un’opportunità, rischia di produrre per la nostra provincia ulteriore spoliazione e speculazione.