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Un altro campionato… a campionato finito. Gioco di parole ma anche giochi di potere. Tutto regolamentato, sia ben inteso. Nel comunicato ufficiale di inizio stagione c’era scritto, nulla quaestio. Ma è la mancanza di buon senso e le tempistiche sballate che fanno rabbia al Ponte ’98, una delle compagini impelagate in un mini torneo di fine anno che potrebbe costare la permanenza nel campionato di Promozione. 

“E’ praticamente impossibile giocare queste gare – ha dichiarato il direttore Pellegrino D’Aloia- non abbiamo più a disposizione la gran parte della rosa che si è salvata sul campo. Dovremmo giocare fino al 11 giugno, è pazzesco. Gli under preparano la maturità, altri hanno impegni di lavoro, le divise sociali sono state già messe in bacheca come cimelio storico, mancano addirittura i palloni per giocare. E’ stato veramente un terremoto, ho sentito le altre squadre che dovrebbero partecipare a questi spareggi, siamo compatti nel non scendere in campo”. 

Però il regolamento parlava chiaro. “L’assurdità sta nel fatto che è passato quasi un mese dalla nostra ultima e vincente fatica nei play-out. Il Ponte ’98 non può aspettare un mese e poi riprendere l’attività. I campionati sono già onerosi economicamente, avrei dovuto fare allenare i ragazzi per quaranta giorni andando incontro ad ulteriori spese. E che spesso chi governa il calcio non si rende conto di quanto costa gestire una società dilettantistica”.