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di Antonio Frascadore

Casalduni (Bn) – Senza fare troppi giri di parole, la scena è stata questa: ci ritroviamo in una stanza di 30 metri quadrati, con 50 persone, tra giornalisti, dipendenti e sindaci, tutti rigorosamente con mascherine al volto perchè, appena a pochi metri da quella stanza di 30 metri quadrati, c’è un intero capannone dello Stir di Casalduni in fiamme, il fumo nell’aria, addosso alla gente e i rifiuti che bruciano tra i “giganteschi” vigili del fuoco che provano a domare le fiamme a 24 ore di distanza dall’incendio. 

Dietro alla scrivania, in questa famosa stanza di 30 metri, siedono la Senatrice Danila De Lucia, del Movimento Cinque Stelle, il Presidente della Provincia, Claudio Ricci e il sottosegretario all’ambiente, Salvatore Micillo, anche quest’ultimo pentastellato. 

Tutto lasciava presagire ad un incontro “passerella”, ad una passeggiata tra le esalazioni con, a fare da sfondo, da una parte i click della stampa e dall’altra il rumore della pala meccanica che scavava tra i rifiuti. Non era stata messa in conto, forse da nessuno, invece, la rabbia dei cittadini, dei dipendenti dello Stir e in particolare dei sindaci, come quello di Fragneto Monforte, Raffaele Caputo che, giustamente “incazzato” alza la voce e si fa sentire. Insomma, fa il suo lavoro, che è anche questo. Quello di parlare con il Presidente della Provincia di Benevento, quest’ultima socia unica della Samte, società che gestisce lo Stir, che all’ennesimo e risaputo “senza fondi non possiamo intervenire”, ribatte” con 500 milioni del governo non è stato tolto un ecoballe. E’ il quinto incendio che registriamo allo Stir. Qui abbiamo i nervi a fior di pelle, ci sono aumenti dei tumori, prima o poi succederà qualcosa, ci state provocando”. E quando Ricci risponde: “perciò si chiedono i finanziamenti per fare i lavori” scoppia la caciara. Giustificata. Una reazione che spinge il Sindaco di Fragneto a dire “Questa è una politica figlia di Caldoro e Bassolino” e il Presidente della Provincia di Benevento a rispondere “Non le dico lei a chi è figlio! Di chi è figlio lei? Non glielo dico per educazione!”. 

Ora mi chiedo: può un Presidente della Provincia, davanti ad un Sottosegretario dello Stato, davanti ad una Senatrice, davanti ai giornalisti e ai dipendenti di quella struttura in fiamme, ai cittadini che hanno le loro campagne accanto a quella struttura in fiamme, dire ad un sindaco della cittadina limitrofa, che registrerà senza dubbio le lamentele dei suoi concittadini che vedono a rischio i raccolti, che è un figlio di… 

Secondo me, secondo noi, NO. 

Perchè siamo tutti figli di… se vogliamo difendere il nostro territorio. Siamo tutti figli di… se vogliamo difendere la salute dei cittadini che rappresentiamo. Io non rappresento nessun cittadino ma tengo al mio territorio. E forse, in questo caso, se si tratta di difendere questi valori, mi sento senza dubbio un figlio di…