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Benevento – L’attesa conferenza di Stat, come prevedibile, si è trasformata in bagarre.

Il Consorzio Aico (Aziende Innovative Costruzioni), e la Stat che ha presentato il mega-progetto di Edilizia Residenziale Pubblica che mobilita 300 milioni di Euro per ricostruire qualcosa come 1.500 alloggi, ha scatenato le proteste di un gran numero di residenti di tre diversi Rioni della Città, e cioè: rione Libertà, Ferrovia e Capodimonte.

All’Hotel Italiano, dove si è svolta la riunione, alla presenza di alcune decine di cittadini residenti nei tre Rioni, consiglieri comunali e Associazioni e Sindacati, Usb, Sunia e Altrabenevento, le urla non sono mancate.

I residenti delle case popolari interessati al processo di ristrutturazione proposta dall’azienda napoletana, sono insorti nel momento in cui hanno appreso che le case popolari ove attualmente risiedono dovranno essere abbattute e ricostruite, con probabile nuove condizioni di vendita o affitto dell’immobile ricostruito.

Questo programma finalizzato alla rinascita dell’edilizia popolare è stato lanciato dal Comune con un avviso pubblico cui ha risposto la Società partenopea: ma, a quanto risulta, attualmente è al centro di un confronto per alcuni profili di legittimità e di natura economica che vedrebbero le parti su posizioni distanti e diversificate. Tralasciando i tecnicismi, Stat ha esposto oggi pomeriggio il proprio programma: la ricostruzione/ristrutturazione degli alloggi sarà accompagnata da una doppia opzione, rivendita oppure fitto a prezzi però maggiorati degli stessi alloggi.

Per la Stat ha parlato il dottor Pietro Siena, amministratore della società, il quale ha sostenuto che la gran parte delle abitazioni di edilizia popolare presentano gravi deficienze strutturali in particolare per quanto riguarda la tenuta antisismica. Tale parere, a detta dell’amministratore, sarebbe confortato da una consulenza/perizia presentata dall’Università del Sannio. Da questa criticità in particolare deriva la necessità di procedere agli abbattimenti per ragioni di sicurezza. Da qui una prima contestazione dei cittadini che hanno accusato la Società di fare del terrorismo psicologico.

In ogni caso la Società ha in definitiva rimandato la questione alle decisioni politiche dell’Amministrazione comunale che, però, nicchia. “Noi abbiamo dialogato con la dirigenza, ma anche con l’Amministrazione”, ha dichiarato Siena, “ora spetta alla politica decidere”. Il mega programma di intervento urbanistico, qualora l’Amministrazione dovesse concedere il via libera, comporta un tempo di intervento calcolato da un minimo di cinque anni ad un massimo di dieci. La ricostruzione prevede interventi anche sulle strade di servizio e di accesso, nonché per l’edilizia scolastica.

Si tratta di valorizzare un patrimonio pubblico che ospita non meno di cinquemila abitanti attraverso il meccanismo di crediti di imposta a chilometro zero, secondo le previsioni normative introdotte con la legge cosiddetta “Rilancia Italia”, che però necessita di numerosi decreti attuativi. Secondo l’Amministratore Stat il programma ricostruttivo verrebbe realizzato da Imprese e professionisti che in misura non inferiore al 40% del totale sarebbero locali per far nascere un processo di “economia circolare” per consentire un vero e proprio sviluppo del territorio beneventano con un aumento del PIl provinciale.

Secondo la Società questo modello operativo sarebbe già in corso di attuazione dalla stessa Stat in altre realtà comunali del Sannio e fuori Regione, e sarebbe stato assunto a modello come “leit-motiv” di un bando regionale in materia. Infine Siena ha aggiunto: “Il cittadino che non vuole acquistare l’immobile  può farlo se lo tiene in carico secondo le disposizioni di legge, però la riqualificazione è una necessità, è un obbligo. Abbiamo verificato che molti immobili pubblici sono in pericolo di crollo, costruiti negli anni 50′ e 60′ con tecniche obsolete” .