- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

La settimana appena cominciata si concluderà con il voto per il rinnovo del Consiglio Provinciale. Il seggio del ‘PalaTedeschi’ si aprirà alle 8 e resterà operativo fino alle 20. Tra sindaci e consiglieri comunali, 915 gli elettori attesi alle urne, in pratica gli amministratori di tutti i centri sanniti fatta eccezione per San Marco dei Cavoti e San Martino Sannita, entrambi commissariati.

Saranno le prove generali in vista delle elezioni che nel 2022 porteranno alla scelta del successore di Antonio Di Maria, oggi sospeso dalla carica di Presidente dalla magistratura ma comunque non più ricandidabile perché in primavera smetterà di essere sindaco nella sua Santa Croce del Sannio.

Le novità, però, non finiscono qui. La ‘contro-riforma’ della Delrio, infatti, è ormai alla finestra. Merito di un disegno di legge collegato alla manovra di bilancio 2022 e atteso a breve in Consiglio dei Ministri.

Non ci sarà il ritorno – da più parti auspicato – all’elezione diretta (col voto dei cittadini) del Consiglio e del Presidente e questo perché la Provincia continuerà a essere Ente di secondo livello. Previsti, comunque, alcuni cambiamenti significativi.

A illustrarli è ‘Il Sole 24 ore’: In termini di compiti da svolgere, il Ddl in arrivo oltre ad aggiungere la pianificazione delle attività attuali incentrate soprattutto su trasporti e scuola rimodella le funzioni fondamentali delle Province sulla base di quelle già svolte dalle Città Metropolitane. Alla Provincia, quindi, spetterà l’adozione e l’aggiornamento annuale di un piano strategico triennale del territorio provinciale, dell’organizzazione dei servizi pubblici di interesse  generale di ambito provinciale, della promozione e del coordinamento tanto dello sviluppo economico e sociale quanto dei sistemi di informatizzazione e di digitalizzazione sempre in ambito locale.

Altrettanto rilevanti due novità che insisteranno sugli aspetti più propriamente politici delle Province. La prima riguarda la coincidenza della durata del mandato che sale a 5 anni sia per il Presidente che per il Consiglio (che con la Delrio è rinnovato ogni due anni). Tornano, poi, le giunte, abolite dalla precedente riforma. Gli assessori saranno 3 (4 nelle province con oltre un milione di abitanti), potranno essere esterni e saranno pagati con un’indennità pari al 50% dei loro omologhi comunali.