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Benevento – Era l’11 marzo 2018, una data per nulla banale. La Fiorentina tornava in campo dopo la tragica scomparsa di Davide Astori. Avversario di turno il Benevento. Al Franchi un’atmosfera da brividi. Non una partita come le altre, soprattutto per chi era allo stadio, in campo o sugli spalti. Vinse la Fiorentina con un gol di Vitor Hugo, uno stacco imperioso e Puggioni fu costretto a raccogliere la sfera in fondo al sacco. Il portiere, oggi alla Vis Pesaro, ricorda quel giorno e quella gara e ne ha parlato ai microfoni di Lady Radio.

Partita – “Era una di quelle partite che non vorresti mai giocare, anche se era in memoria di un grande uomo come Davide Astori. Si percepiva un clima surreale, c’era qualcosa di diverso. La Fiorentina voleva segnare e mi sentivo quasi in colpa per le parate che facevo. Ci fu un momento pazzesco, all’una iniziò a piovere e sembrava che il cielo piangesse. Poi fece gol Vitor Hugo, vidi la palla partire e fui come paralizzato. Feci una parata molto simile qualche mese prima su Kalinic nella stessa porta; il colpo di testa di Hugo era simile, solo che in quel momento non riuscii a spingere con le gambe. Descrivere ciò che successe è quasi impossibile“.

Domenica – “Il Benevento è ferito, avrà un livello di attenzione alto e cercherà di colpire la Fiorentina nel momento giusto. Ai viola c’è stato un cambio di allenatore, quindi tutti si sentiranno rimessi in gioco e vorranno dare qualcosa in più. Ho avuto Pradè come dirigente e Vigorito come presidente, auguro il meglio a entrambi e alle loro squadre“.

Dragowski – “Mi piace, ha la fortuna di lavorare con un gran preparatore. Unisce una struttura fisica importante ad un’interpretazione del ruolo molto europea. Spero di vedere una sua crescita costante“.