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Un boato, 30” che sono sembrati interminabili, preghiere e tanta paura. C’è tutto questo nel racconto di Domenico, torrecusano e Chiara siciliana e sannita d’adozione che hanno vissuto il terribile terremoto che ha colpito il Marocco. Erano a Marrakech la sera che la terra ha tremato e prodotto morte e distruzione. Per fortuna possono raccontare la storia.

Siamo dei sopravvissuti – ha iniziato Chiara. Abbiamo passato la notte all’esterno insieme alle persone del posto, e abbiamo cercato di aiutarli anche nelle piccole cose. Siamo scioccati, ancora facciamo fatica a connettere. Anzi, ogni singolo rumore, adesso, mi fa paura”.

Una serata di vacanza che stava per finire, l’ultima prima della partenza con un giro all’interno dei tipici mercatini marocchini e poi il ritorno nella stanza per preparare la valigia.

Siamo tornati un po’ prima – inizia il racconto di quella sera della donna. All’inizio ha cominciato a tremare, ma non era tanto, un po’ come quando passa un’auto con lo stereo alto, si sente il rumore del vetro che si muove. Non ha smesso, però, anzi è diventato sempre più forte. Tanto che ho chiamato mio marito Domenico. E’ stato un attimo, e ha cominciato a ‘ballare’ tutto tanto che è stato difficile rimanere anche in piedi, le pareti si piegavano su se stesse. Abbiamo cercato di proteggerci sotto a un letto, poi sotto un divano, fino a che mio marito mi ha trascinata sotto una trave e mi ha coperto. E li ci siamo abbracciati e abbiamo pregato”.

Un tempo che, in quelle circostanze, non è quantificabile. Può essere brevissimo ma sembrare interminabile.

Una volta finito tutto, ci siamo decisi e siamo scesi. A dir la verità, mio marito si è accorto subito del terremoto, ma i locali parlavano di bombe o dell’esplosione di bombole di gas. Eravamo in una zona che ha retto, rispetto alle altre, ma siamo stati circondati da lacrime e corse disperate, qualche crollo parziale di mura e decori della moschea. Due giorni senza dormire, per strada e di fianco a gente meravigliosa che ci ha aiutato”.

Situazioni che difficilmente si possono descrivere, che lasciano il segno e che difficilmente possono essere dimenticate.

La paura è stata tantissima ma non ci facciamo abbattere da tutto ciò, ci ritorneremo”.