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Tempo di presentazioni per le liste che concorreranno nel Sannio alle elezioni regionali del 20 e 21 settembre. Nei giardini della Rocca dei Rettori questa mattina è stata la volta di Floriano Panza e Giulia Abbate, candidati con “Fare democratico – Popolari”.

A sponsorizzare una delle tante civiche deluchiane, Antonio Marchiello, assessore alle Attività Produttive e alla Ricerca Scientifica, presente all’iniziativa così come Giosy Romano, coordinatore regionale della lista.

Primo a prendere la parola, tra i due candidati al Consiglio, Floriano Panza, ex padrone di casa, considerato che della Provincia sannita è stato il Presidente agli inizi degli anni novanta. Tuttavia, evidentemente, non è in continuità con l’esperienza alla Rocca che oggi il politico guardiense corre per palazzo Santa Lucia. A rilanciarne le ambizioni, piuttosto, è la ben più recente parentesi di Sannio Falanghina. “Un patrimonio che non poteva andare disperso. La strada tracciata è quella giusta, visto che per un anno la nostra è stata la provincia più citata d’Italia. E per ‘vendere’ il nostro territorio abbiamo la necessità di essere riconosciuti” – esordisce Panza che poi si sofferma sulle questioni al centro della sua agenda programmatica: lavoro -“perché ai nostri giovani attualmente non è offerta altra possibilità che l’emigrazione” – e sanità – “bisogna avere una visione e la nostra deve guardare all’alta specializzazione, così come accaduto in altre province a noi vicine”.

La nostra è una lista di persone che hanno il Sannio scolpito nel cuore” – è invece l’incipit di Giulia Abbate. Deluchiana della prima ora, il presidente nel 2015 l’ha pure premiata con la nomina nel cda della Soresa, l’assessore di Airola non si risparmia una stoccata all’indirizzo di chi un seggio al parlamentino campano lo conquistò nel 2015: “Forse in questi anni in Consiglio è mancata una voce forte a difesa della nostra provincia”.

Quanto alla campagna elettorale, per la Abbate niente manifesti: “Il mio viso non imbratterà i muri della provincia. D’altronde non è la prima volta che mi candido e magari qualcuno il mio volto lo ricorderà ugualmente”. E comunque, il manifesto rischierebbe di perdersi, dato l’alto numero di candidati in campo: “Siamo oggettivamente troppi per un territorio così piccolo”. Quanto ai temi, spazio a infrastrutture, sanità, agricoltura, attività produttive, spopolamento. A tenere insieme tutto, lo shock determinato dalla pandemia. “Il Covid può modificare le prospettive di crescita e sviluppo del nostro territorio. In alcune aree del Nord qualcosa già sta cambiando, con le persone che decidono di lasciare le città. Può accadere lo stesso in Campania ma bisogna garantire nei centri più piccoli tutti i servizi essenziali”.