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Una sfida a viso aperto ai partiti tradizionali e alla politica di palazzo. Nel variegato universo che siamo soliti definire “terzo settore” si ragiona già delle prossime amministrative a Benevento. E si ragiona in grande stile. L’assalto a palazzo Mosti è molto più di un’idea. A rafforzarla, lo stato semicomatoso dei partiti, incapaci di recitare una qualsivoglia funzione: manca il dibattito, latita l’opposizione, la politica quando parla lo fa al proprio ombelico e nessuno dà rappresentanza ai problemi – e sono tanti – della città e della sua popolazione, ancora alle prese con i morsi di una crisi tutt’altro che alle spalle.
Perché, allora, delegare ancora? E’ questo l’interrogativo da cui ha preso le mosse il ragionamento di soggetti e soggettività impegnati nel settore del sociale. Qualche incontro, una serie di riunioni più o meno ristrette, diverse telefonate utili a sondare il terreno. Sassolini lanciati in uno stagno per vedere dove arrivano. Lontano, a quanto pare. Perché non trovano alcun ostacolo. E la voglia di tentare aumenta. Soprattutto nell’associazionismo di stampo cattolico. “Per una presenza pubblica ispirata cristianamente” – recita Politicainsieme, il network delle associazioni laicali convinte della necessità di darsi una forma autonoma e organizzata per partecipare alla cosa pubblica.

A Roma come a Benevento. E qui, nel capoluogo sannita, la speranza è di aggregare anche altre realtà impegnate nel sociale. Pezzi di un mosaico entrato spesso in rotta di collisione con l’amministrazione ma che allo stesso tempo non riconosce nelle forze di opposizione la capacità di creare un’alternativa credibile.

Certo: la strada, da qui al voto per palazzo Mosti, è ancora lunga. Ma è un vantaggio, non un problema. Significa che c’è più tempo a disposizione per costruire una casa stabile, forte. E per individuare la persona a cui affidarne le chiavi. Presto per parlare di nomi, ovviamente, pure perchè – nel caso – non mancherebbero personalità spendibili, come Angelo Moretti o Pasquale Orlando, giusto per citarne due.

Ma è questo l’ultima delle preoccupazioni. Dinanzi c’è comunque un campo minato e la prudenza consiglia di fare un passo alla volta. Quando e se si deciderà di uscire allo scoperto, poi, la speranza è che siano gli altri a dover rincorrere.