- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

“Ero giovane, negli anni ‘60. Animavo un gruppo di ragazzi cattolici al di fuori della Dc qui a Benevento: ci dedicavamo alle letture conciliari. Gli scrissi una lettera, gli chiesi di incontrarci, avevamo interesse a connettere un filo di dialogo tra il nostro spirito giovanile e quello ispirato all’impegno politico. Venne a Benevento, e da allora abbiamo percorso un lunghissimo tratto di strada assieme“.

E’ il primo ricordo di Ciriaco De Mita che Clemente Mastella ha raccontato al Corriere della Sera, in una intervista ad Angelo Agrippa, appena saputa la notizia della morte dell’ex premier Dc. 
Per anni, come noto, l’oggi sindaco di Benevento è stato delfino del politico di Nusco. Col trascorrere del tempo, poi, i rapporti si sono raffreddati. “Ma ora  mi va di ricordare i momenti belli e straordinari vissuti con lui. L’ultima volta arrivò a Benevento in occasione della mia prima elezione a sindaco. Poi, sa, lui era rimasto fedele al popolarismo, mentre io ritenevo che una storia, non la Storia, si fosse conclusa. La prima difficoltà emerse con il voto a preferenza unica. Io organizzai il Ccd, lui si arrabbiò. Io gli dissi: guarda che non ti candideranno. E così fu”.

Un passaggio, ancora, Mastella l’ha voluto dedicare a cosa De Mita ha rappresentato per il Mezzogiorno italiano: “Tantissimo, da allora non si è più ripetuta una storia analoga per incisività istituzionale e levatura politica, espressione di una identità sicuramente minoritaria, legata come era ad un’area marginale come l’alta Irpinia di quegli anni, ma in grado di condizionare i processi governativi nazionali. De Mita è stato un grande statista, un vero leader che, alla guida di un gruppo di amici, tutti con la stessa matrice territoriale e culturale, ha saputo portare l’identità del paese con la p minuscola nel metodo e nella visione del governo del Paese, con la P maiuscola, per oltre dieci anni”.