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Benevento – E’ una vera e propria crisi istituzionale, igienico-sanitaria e fiscale, quella che si profila da qui a qualche giorno. Lo hanno di fatto certificato stamani 30 Sindaci del Sannio che si sono riuniti a Palazzo Mosti, su invito del Sindaco del capoluogo Clemente Mastella, per preparare l’Assemblea formale dei Sindaci in programma domani mattina alle 10.00 alla Rocca dei Rettori.

Le 30 fasce tricolori presenti, espressioni politiche sia del centrodestra che del centrosinistra, sono giunti a minacciare la restituzione proprio delle fasce nelle mani del Prefetto imputando al Governo e alla Regione Campania le maggiori responsabilità sull’impossibilità di garantire la gestione del ciclo dei rifiuti.

Mancano alcuni milioni di euro per pagare i dipendenti della Samte, smaltire l’indifferenziata, raccogliere il percolato nelle discariche post-mortem piene di rifiuti provenienti da Napoli e dintorni; mancano gli impianti di lavorazione dopo l’incendio dello Stir di Casalduni dell’agosto 2018; queste le cause principali di una catastrofe prossima.

Per cercare di evitarla, la Samte, Società che fu costituita dalla Provincia per obbligo di legge nel 2009, ha pensato di risolvere la questione chiedendo un aggravio di circa 30 Euro a Famiglia rispetto alla tassa già molto elevata che è stata stabilita da qualche anno. La Provincia ha fatto sua la proposta, sebbene a malincuore. Ma i Sindaci non ci stanno a inviare ai cittadini una bolletta ancora più salata: “Io non pago” ha scandito Mastella, che pure è alla guida del centrodestra che ha vinto le elezioni proprio alla Provincia; “siamo già in crisi: tra qualche giorno non sarà più possibile raccogliere l’umido”, ha scandito a sua volta proprio il Presidente della Provincia Antonio Di Maria.

E allora come si fa?  Innescata dall’aumento della tassa sulla gestione dei rifiuti richiesta dalla Samte, amplificata dalla conseguente protesta dei Sindaci che debbono inviare ai concittadini – contribuenti bollette salatissime, resa paradossale dal fatto che comunque la Provincia di Benevento è di gran lunga più riciclona della Campania, la crisi dei rifiuti scoppierà a breve per il concatenarsi di una serie di circostante tutte negative.

Di Maria, apparso in preda allo sconforto, ammettendo di aver dovuto prendere con il cappio alla gola una decisione di stampo puramente ragionieristico che è finalizzata a spremere ulteriormente il limone-contribuente per tirare avanti la baracca, ha proposto ai colleghi sindaci un rinvio dell’Assemblea di domani che lui stesso aveva convocato.

Ma tutti i Sindaci hanno detto di no: “è bene che se ne parli in pubblico dei nostri problemi e di una questione così rilevante”, hanno risposto in corso tutti. Nessuno del resto imputa qualcosa a Di Maria. In realtà nell’occhio del ciclone è finita una legge della Regione (dunque non una chiacchiera da bar) che stabilisce che la gestione delle discariche post-mortem sia fatta in misura equa, ripartendo tra tutti i cittadini campani il relativo costo.

Ovviamente non se ne è fatto nulla: in bolletta ogni cittadino vede sparire un terzo di tutto l’importo (per una Famiglia media del capoluogo si tratta di quasi 150 Euro) proprio per pagare la periodica raccolta del percolato. “E’ iniquo trattarci in questo modo. Ci fanno pagare questa tassa in maniera indebita. E’ una cosa illegale. Non voglio far pagare questa tassa ai cittadini – ha tuonato Mastella – ci saranno momenti terribili per la nostra Regione. C’è una crisi emergenziale . Ho chiesto da mesi una riunione in Regione per uscire da questa emergenza. Ma nulla. Prima che arrivi la buriana prepariamoci”

Ma non è solo questa la sperequazione lamentata, anche Palazzo Chigi ha le sue responsabilità. Sono infatti ben 19 i milioni di ristoro ambientale per la presenza di discariche post-mortem promessi ma mai pervenuti nel Sannio. Da questi due enormi buchi di bilancio che si origina la crisi di rifiuti nel Sannio. E per rispondere a questo stato di cose i Sindaci che hanno deciso di vedersi alla Rocca come previsto domani, venerdì 12, per discutere formalmente della questione.

La linea d’azione principale è quella di chiedere domani la sospensione del ruolo suppletivo e di istituire nel contempo un Comitato di Sindaci che sarà chiamato a gestire in via immediata una trattativa con Palazzo Chigi e con Via Santa Lucia affinché Governo nazionale e Regione Campania si assumano le loro responsabilità e mettano mano al portafoglio. Per il resto, si vedrà. Intanto la crisi sanitaria, con l’accumulo di rifiuti per strada è quasi una certezza: per questo, per scongiurare ritorni al passato di “bassoliniana” memoria, come è stato polemicamente affermato, occorrerà chiedere al Prefetto un tavolo tecnico immediato per scongiurare la crisi sanitaria.

Quanto alla Samte, la cui crisi è in atto da tempo in quanto è in concordato liquidatorio preventivo, il problema più grave riguarda i 52 posti di lavoro: anche qui Mastella ha tuonato: “Così com’è l’Azienda è ampiamente decotta e andrebbe chiusa“.

Il Sindaco di San Bartolomeo in Galdo, Carmine Agostinelli, che è anche Amministratore unico della Società, ha masticato amaro ma non ha aperto bocca a Palazzo Mosti; forse parlerà domani alla Rocca dei Rettori. Il fatto è che i Sindaci non sanno che pesci prendere: ma non ci stanno a passare per aguzzini. Lo ha detto chiaro e tondo il Sindaco di Solopaca, Pompilio Forgione: “Nel mio Comune sono apparsi manifesti nei quali si dice che io ho alzato la Tari; ma questo è una vera e propria falsità. Io non ci sto a passare per un aguzzino”.