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Benevento – Umore basso per un ko ancora da digerire. I tifosi giallorossi sono comprensibilmente amareggiati dopo la sfida con la Juventus che aveva regalato loro l’illusione dell’ennesimo sogno ad occhi aperti. Sul banco degli imputati stavolta è finito principalmente l’arbitro Pasqua di Tivoli che sarebbe stato troppo frettoloso nel concedere il secondo rigore senza pensare di ricorrere al Var per visionare con calma le immagini. Una scelta, quella del fischietto laziale, che non ha solo alzato i venti di polemica, ma ha anche contribuito a far crescere il bottino dei rigori assegnati contro la squadra sannita in tutto il campionato di serie A. Il totale ora si attesta a 11 penalty “subiti” di cui 9 andati a segno. Un numero decisamente alto che vale il secondo posto nella poco invidiabile classifica dietro solo alla Spal. Una graduatoria che, tra l’altro, in queste ore sta facendo il giro del web.

L’odissea del Benevento con i calci di rigore è iniziata alla quarta giornata al San Paolo contro il Napoli, in una sfida caratterizzata da ben sei reti e da due massime punizioni trasformate da Mertens. Alla nona giornata è toccato poi alla Fiorentina andare a segno al Ciro Vigorito con Thereau che chiuse la sfida grazie al penalty del 3-0 al 66′. A Cagliari il primo dei due errori registrati in questa stagione dagli avversari della Strega. Nel primo tempo, su punteggio di 0-0, Sau calcia alto. La partita sarebbe terminata poi 2-1 con rigore segnato da Iemmello nel finale prima della beffa di Pavoletti. Con il Sassuolo alla tredicesima giornata Berardi fallisce sotto la Nord poco prima del vantaggio neroverde di Peluso, ancora in extremis. Sfortunato anche a Marassi, il Benevento, dove Lapadula fa gioire il Genoa nel turno pre-natalizio negando la gioia del primo punto esterno alla squadra di De Zerbi dopo essere stato atterrato da Belec. Contro la Roma all’Olimpico il fallo di mano di Djimsiti, a risultato ormai compromesso, consente a Defrel di porre il risultato sul 5-2. Cinque giornate dopo ancora Cagliari, ma stavolta al Vigorito il rigore è vincente e lo sigla Barella in pieno recupero per completare la rimonta dopo il “mani” in area di Sandro. Gli altri tre episodi sono storia recente: a Roma la spinta di Djimsiti su Nani costa il 6-2 di Luis Alberto; con la Juventus Pjanic e Higuain cadono in area e servono a Dybala altre due occasioni per battere Puggioni, entrambe sfruttate. 

Undici rigori finiscono per essere troppi soprattutto se paragonati a quelli conquistati, che sono soltanto due. Solo uno di questi, il penalty di Iemmello a Cagliari, è stato tradotto in gol. L’altro era arrivato alla sesta giornata a Crotone, dove Viola sbagliò il possibile 2-1 colpendo il legno. Tanti, poi, ne mancano all’appello. Da quello possibile su Diabaté di sabato scorso al plateale atterramento di Cataldi a San Siro con l’Inter sul quale Pairetto sorvolò senza alcun tentennamento. Una storia tormentata, costata tanti punti e valsa “zero” in termini di bonus. Tra il Benevento e i calci di rigore quest’anno l’amore non è mai sbocciato.