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La folla silenziosa di fedeli e curiosi dinanzi la Basilica dell’Assunta si è radunata sin dalle prime ore del giorno. Giovani, anziani, in religioso silenzio cercano di trovare uno spazio dove poter attendere il passaggio della processione. Curiosità, preghiera, sacrificio e dedizione contraddistinguono i riti settennali di Guardia Sanframondi che da oltre mezzo secolo si svolgono tra le suggestive vie del borgo medievale.  La giornata conclusiva ha avuto inizio con la santa messa, officiata dal Vescovo diocesano Domenico Battaglia il quale si è rivolto direttamente ai fedeli:” Il sangue versato dai battenti rappresenta quello delle tante vittime innocenti di questo odio tra uomini” ed ancora: “La nostra vita deve essere volta al prossimo, all’aiuto di coloro i quali non riescono a mantenere il passo con la modernità, ai deboli”. Raccoglimento e riflessione sono mantenuti dai disciplinanti che si percuotono con una catena, e che in cordone di sicurezza proteggono la Basilica e fanno spazio agli oltre mille figuranti provenienti dai quattro rioni: “Croce, Portella, Fontanella e Piazza.

A chiudere il corteo i battenti oltre mille, uomini e donne, pronti a colpirsi il petto con una spugna di spilli imbevuta di vino all’occorrenza. “Non conosco i motivi per cui ognuno di voi ha deciso di fare questo ma ora che siete davanti all’Assunta battetevi” con questa formula pronunciata dal Vescovo ha avuto inizio uno dei momenti più forti ed al contempo commuoventi. Lacrime e penitenza hanno accompagnato il passaggio di questi uomini incappucciati pronti a soffrire in nome dell’Assunta: è la fede che spinge oltre il dolore fisico, la stanchezza, la sofferenza. Dopo il passaggio dei quattro rioni, che mettono in scena i Misteri, altro momento suggestivo: l’incontro con l’Assunta. L’arrivo annunciato dallo scoppio di un petardo poi l’ingresso dei penitenti. Questi ultimi ormai cosparsi di sangue, si sono inginocchiati ed hanno iniziato a percuotersi il petto in maniera più forte fino all’arrivo ai piedi dell’Assunta dopodiché la processione è proseguita fino al santuario mentre i battenti si sono allontanati tra i vicoli del paese.

Difficile sintetizzare e descrivere questa giornata, gli abitanti di Guardia ne sono certi. “Soltanto attraversando con noi queste vie, sentendo l’odore del vino, vedendo il sangue, ascoltando i canti sacri è possibile calarsi in un momento di forte spiritualità che ci riconduce all’essenza umana ed all’inutilità di tutto quello che oggi invece appare necessario”.