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Sant’Agata de’ Goti  (Bn) – Continua la protesta del Comitato “Curiamo la vita” dinanzi all’ospedale “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” di Sant’Agata de’Goti. Dalla giornata di sabato quattro donne e un uomo sono incatenati nei pressi del presidio ospedaliero saticulano dove, anche attraverso uno sciopero della fame, stanno protestando contro i continui tagli che stanno interessando l’ospedale. Sul posto hanno fatto capolino diversi rappresentanti politici sanniti, dal sindaco di Sant’Agata, Carmine Valentino, fino alla senatrice Sandra Lonardo. 

Oggi una nuova iniziativa simbolica, denominata “Rianimiamo il Sant’Alfonso”, con la presenza di diversi cittadini e sindaci dei comuni limitrofi tra cui il neo vice presidente della Provincia di Benevento, Domenico Parisi, e Mons. Domenico Battaglia, vescovo di Cerreto Sannita-Telese e Sant’Agata de’ Goti. Dal comitato la richiesta al Presidente della Regione De Luca e al Ministro della Salute, Grillo, di visitare il presidio quasi fantasma. Installata nei pressi della tenda che ospita i rappresentanti del Comitato anche un’urna utilizzata per raccogliere le tessere elettorali che “non servono più”.

“Vogliamo che diano spiegazioni sul perché vogliono chiudere un ospedale che era funzionante. Le persone parleranno e racconteranno tutto quello che hanno ricevuto di buono dal Sant’Alfonso Maria de’ Liguori”. Così Pina e Stella, due rappresentanti del Comitato “Curiamo la Vita”, motivano la loro scelta di incatenarsi dinanzi al presidio ospedaliero saticulano.

“Speriamo che De Luca e il Ministro Grillo vengano qua e ci diano spiegazioni. In altre regioni le soluzioni si sono trovate, in Campania no. De Luca ci ha snobbati, forse non siamo degni. Mi auguro che venga qui affinché ci dica la verità; tenerlo così è uno spreco di denaro pubblico, a questo punto lo si chiuda definitivamente. Avevamo chiesto il Pronto Soccorso e ce lo ha lasciato ma senza reparti e senza medici non serve a nulla. Ci ha di nuovo preso in giro. Trovasse una soluzione”.

E’ toccato poi a Mena raccontare il disagio vissuto per la depauperamento della struttura sanitaria: “Noi vogliamo che quest’ospedale viva. Avevamo richiesto e inviato messaggi alle istituzioni ma non abbiamo raggiunto risultati. Ogni giorno questo ospedale viene derubato di un pezzo e oggi è l’ultima chiamata. Il nostro è un sacrosanto diritto alla salute, ora basta passerelle”.

I manifestanti chiedono ai sindaci di spogliarsi della fascia tricolore: “Noi consegneremo tutti la tessera elettorale. Ora basta. Ai sindaci chiediamo di dimettersi, spogliarsi della fascia tricolore e consegnarla domani in Prefettura”.

I rappresentanti del Comitato concludono la manifestazione avanzando diverse richieste alle istituzioni competenti, iniziando dalla modifica del decreto ministeriale affinché:

  • Il Sant’Alfonso ritorni a gestione ASL e attraverso deroga centrale diventare DEA di primo livello
  • Garantire il DEA di secondo livello al Rummo eliminando il concetto di macro area AV-BN
  • Utilizzare tutte le strutture presenti nella provincia (vedi Cerreto Sannita e San Bartolomeo in Galdo) organizzando almeno dei PPI con dei servizi indispensabili ed essenziali per la comunità