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Come dice Liga “quelli tra palco e realtà”. Il palco per Vincenzo Santini è il rettangolo di gioco, quello che calca da decenni con la stessa voglia della prima volta, la realtà è una: resta all’età di 36 anni uno dei talenti più cristallini del calcio dilettantistico sannita. Poi mettilo in una squadra di seconda categoria ed il gioco, anzi la vittoria, è fatta. Il suo Molinara non conosce parola diversa, sei successi su sei e primato con quattro punti di vantaggio sulle più dirette inseguitrici San Giorgio del Sannio e Tufara Valle. Un exploit che non porta solo la firma del suo top player, ma di un gruppo compatto, un allenatore (Zeoli) capace ed un presidente (Girolamo) d’altri tempi. Il primo minicampionato, quello che ha portato dritti al mercato di dicembre, il Molinara lo ha vinto, adesso bisogna dare continuità ai risultati. Con o senza Vincenzo Santini?

“La situazione a Molinara – ha dichiarato Santini – è semplice: si era trovato accordo fino al 2 dicembre con la stretta di mano di riparlare dopo aver tirato le somme e valutato i risultati. Ad oggi le cose sono andate benissimo, la classifica è sotto gli occhi di tutti e non solo per i risultati. Si sta vivendo un sogno, si voleva alzare l’asticella, ma non pensavamo di stare dopo sei gare a punteggio pieno. Ho trovato un gruppo disponibile, voglioso di fare bene e crescere ancora dopo le stagioni precedenti. Ed il gruppo viene sempre fuori, le qualità umane prima di quelle tecniche ed io mi sono trovato da subito benissimo mettendomi a disposizione del gruppo perchè ho sempre dimostrato di avere doti umane importanti. Mi sono messo al servizio della squadra, ho tirato due o tre volte verso la porta avversaria in sei gare, ho fatto lavoro sporco, e a 36 anni è una cosa che mi riempie d’orgoglio. Esperienza fantastica, non nascondo che le chiamate di altre squadre non mancano e questo mi lusinga; vuol dire che la gente apprezza ancora quello che fai. Ma a tutti rispondo alla stessa maniera: la priorità è il Molinara perchè danno e meritano rispetto, sono una società seria e per questo vado molto d’accordo con loro. In questa settimana parlerò con la società e deciderò”. 

L’ultimo successo su un campo difficile come quello del “Mellusi” contro la Virtus Benevento, ti ha fatto un pò sbottare. “Nel rispetto di due persone, Cesare Ventura e Massimo Taddeo, non voglio alzare i toni e mettermi a livello di chi non merita. Cesare Ventura, per me è un maestro grazie al quale ancora oggi faccio queste prestazioni di tenuta mentale perchè sono cresciuto con lui, mi ha dato insegnamenti quando ero ragazzino che mi hanno consentito di fare una carriera importante. Altra persona da rispettare è Massimo Taddeo, che è stato mio compagno di squadra, presidente e punto di riferimento: oggi è un modello per i giovani, è l’ultimo a mollare e a crederci. Per il rispetto che ho nei loro confronti non voglio andare oltre, dico che va bene così e finisce qui. Prendo e porto a casa ma naturalmente la cosa mi ha fatto molto male”.