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Benevento – Cambiare sì, ma con criterio. Roberto De Zerbi non sembra intenzionato a stravolgere la squadra che ha rischiato seriamente di fermare la Juventus all’Allianz Stadium ma sarebbe disposto a farlo una una sola condizione. Va bene il recupero di D’Alessandro, che scalpita dopo un periodo di stop forzato, ma le sorti del modulo dipendono anche dalle condizioni di Costa. Tra le tante sventure del Benevento c’è anche quella di aver perso i due centrali che teoricamente dovrebbero far partire la manovra dalle retrovie. Insieme all’ex Empoli, tra gli assenti delle ultime settimane, figura infatti anche Fabio Lucioni, che come noto è sospeso per la vicenda legata al Clostebol. E così la Strega anche con D’Alessandro in campo va verso il 3-4-2-1 che l’ha accompagnata da Cagliari in avanti. Un modulo che in fase di non possesso si trasforma chiaramente in un 4-5-1, con Venuti chiamato ad abbassarsi sulla linea dei difensori (consentendo a Di Chiara di allargarsi a sinistra) e Cataldi e Ciciretti a dare man forte all’asse dei centrocampisti. Schieramento tendenzialmente ermetico ma anche adatto alle caratteristiche di gran parte dei singoli a disposizione dell’allenatore bresciano.

Cambio di mentalità – In un contesto simile D’Alessandro andrebbe, con ogni probabilità, ad occupare lo spazio che a Torino è stato appannaggio del marocchino Lazaar, messo alle strette da Cuadrado ma almeno all’apparenza più a suo agio rispetto alle prime uscite in giallorosso. Al di là di numeri e tattica, sarà decisivo testare le capacità del Benevento nell’impostare la gara, compito che a Torino spettava ovviamente alla Juventus. Con il Sassuolo, invece, i sanniti dovranno fare il loro gioco. Non difendere ad oltranza, ma rendersi pericolosi, ragion per cui un elemento più offensivo come D’Alessandro al posto di Lazaar potrebbe anche cambiare volto all’interpretazione di determinati meccanismi. Insomma, sarà una sfida inevitabilmente diversa, oltre che molto attesa. Un confronto che dista ancora sette giorni ma che molti nel Sannio non vedono già l’ora di vivere.