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Le presunte contraddizioni della Soprintendenza archeologica e l’intenzione di presentare un esposto al Ministero dei Beni Culturali, unitamente all’opposizione consiliare a Palazzo Mosti, sono stati i due nuovi tasselli aggiunti nel pomeriggio al tormentato dossier della riscoperta del sottosuolo di piazza Cardinal Pacca.

E’ il giorno di Gabriele Corona, il quale ha ripreso la guida delle polemiche sugli scavi archeologici nell’area centrale di quella che fu la Benevento romana e che si ritrova al centro ormai di una infuocata polemica, soprattutto di stampo politico ed amministrativo.

Il leit motiv degli ultimi mesi  è stata la contestazione a un progettato insediamento da parte dell’Amministrazione comunale del terminal bus a due passi dal Duomo, progetto poi rientrato perché gli scavi archeologici avevano riportato alla luce importanti testimonianze del passato. Successivamente anche gli scavi erano stati interrotti e ora regna una grande incertezza.

Come aveva annunciato, il leader di Altrabenevento nella Sala Vergineo del Museo del Sannio ha svolto un riepilogo dei tratti salienti della vicenda. Corona ha ricordato che in quella piazza, con il programma noto come Pics, il comune intendeva realizzare un terminal bus turistico, ma era un programma irrealistico visto che difatti gli scavi hanno dimostrato che quello era il centro della città romana. Il tema è ora non fermarsi con gli scavi e riportare alla luce tutti i segreti.

Presenti al Museo del Sannio anche esponenti dell’opposizione in Consiglio comunale, tra cui Giovanna Megna, Vincenzo Sguera e Angelo Miceli.

Corona ha illustrato uno studio preliminare a cura dell’architetto Amata Verdino al Concorso di Idee per la “Riqualificazione e valorizzazione di Piazza Cardinale Pacca, Bagni, Teatro Romano e calata Olivella” del Comune di Benevento, datato 2005, redatto dunque in epoca non sospetta. Sono inoltre state proiettate slide con le stratificazioni e i recenti ritrovamenti, in modo da sollecitare l’attenzione delle istituzioni su questo importante patrimonio.

È stato messo quindi in discussione anche il front office turistico ipotizzato nell’area per 180 metri quadrati, più cinque stalli di bus turistici. Il tutto dopo il rinvenimento dei reperti, con il Comune che ha dovuto fare una parziale marcia indietro, perché si ipotizza ora un info point più piccolo.

Corona ha attaccato: “A cosa serve? I pullman dovrebbero accedere in centro storico, scaricare i turisti, entrare in questa struttura ipotizzata dal Comune per poi fare un giro dellla Cattedrale e andare a piazzale Catullo. L’info Point esiste già ed è al Terminal, dove esiste anche un ufficio di informazioni a via Traiano e uno a piazza Santa Sofia. Bisogna cercare di capire cosa effettivamente ci sia, non bisogna scavare alla cieca”.

Non è certo finita qui, perché nel mirino di Corona è finita anche la Soprintendenza: “Loro hanno preannunciato un’autorizzazione su un info point che insiste su una parte dei reperti archeologici, ma di contro sostiene che bisogna scavare in profondità”.

Secondo Corona non bastano le denunce verbali e, infatti, ha annunciato che presto “incontreremo le opposizioni consiliari per fare un esposto al Ministero”. L’oggetto del documento è presto detto: “L’esposto sarà sulla strana storia dei pareri dati e poi ritirati dalla stessa Soprintendenza”.