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Due giorni fa il Consiglio dei ministri ha annunciato, con soddisfazione, l’autorizzazione ad assumere, a tempo indeterminato, sui posti effettivamente vacanti e disponibili, per l’anno scolastico 2018/2019, 57.322 unità di personale docente, di cui 43.980 docenti su posto comune e 13.342 docenti su posto di sostegno; 46 unità di personale educativo; 212 dirigenti scolastici; 9.838 unità di personale Ata.

Il Ministro Bussetti ha fatto subito notare che le assunzioni “sono più di quelle dell’anno scorso. E i sindacati lo sanno. Siamo partiti dalla copertura del turn over e cercheremo poi di coprire quanti più posti vacanti possibili“.
Anche sul territorio sannita tale decisione avrà delle ricadute positive ma, come sostiene il responsabile della CGIL scuola di Benevento, professor Enrico Macrì, comunque fisiologiche.
E’ sempre positivo quando un Governo assume delle persone, soprattutto a tempo indeterminato ma è giusto sottolineare che ci sono immissioni in ruolo fisiologiche. Parliamo di almeno 40.000 assunzioni ogni anno. A prescindere dal decreto normalmente c’è un ricambio, dovuto anche ai pensionamenti che, però, almeno fino al 2019 saranno limitati a causa della Legge Fornero. Ripeto che è sempre positivo quando si assume ma queste 57.322 unità non coprono integralmente le esigenze delle scuole anche perché spesso non vanno a riempire quei posti che effettivamente servono guardando anche all’offerta formativa”.
Sulla situazione sannita, invece, Macrì evidenzia le problematiche dovute soprattutto al dimensionamento scolastico: “Nell’ambito della nostra situazione territoriale la situazione è particolare. C’è un forte calo delle nascite che porta a meno entrate nel circuito scolastico. Tra chi esce e chi entra ormai siamo arrivati a 700 alunni in meno all’anno. Se c’è un surplus di iscritti in altre zone, dovresti redistribuirli potenziando anche l’offerta formativa che non è uniforme. Non si possono mettere sullo stesso piano due realtà come Benevento e Napoli utilizzando gli stessi valori. Come CGIL abbiamo anche proposto di utilizzare altri tipi di valori e di modificare l’art. 19 della legge 111/2011 con il superamento del solo limite numerico dei 600 alunni (400 per le scuole montane n.d.r.) e prendendo in considerazione i correttivi da determinare rispetto alle variabili territoriali”.
Una distribuzione, dunque, differente: “le autonomie scolastiche dovrebbero essere allocate sui territori con riferimento alla distribuzione media dei discenti e non ai valori puntuali degli iscritti nelle singole scuole. Le risorse, rideterminate con questi diversi parametri, potrebbero essere distribuite a livello provinciale, garantendo la presenza di autonomie scolastiche anche in territori che possono esprimere poche centinaia di alunni”.
“Se non si fa qualcosa da questo punto di vista- insiste Macrì –la provincia di Benevento rischia di vedersi dimezzare gli istituti scolastici passando da più di cinquanta a una ventina. E non possiamo permetterlo”.
Le assunzioni sembrano avere comunque una buona ricaduta quest’anno: “Si, certo. parliamo di circa 250 persone comprese sia nelle graduatorie ad esaurimento, per la maggior parte beneventani, che gli assunti da concorso che vengono invece da altri province. Tutto ciò, però, non modifica l’aspetto complessivo della situazione del dimensionamento che, come detto in precedenza, rischia di far perdere diversi istituti nel nostro territorio”.