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Sassinoro (Bn) – Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del consigliere provinciale del Partito Democratico Giuseppe Antonio Ruggiero in merito alla sentenza del Tar sull’impianto di Sassinoro.

Erano anni che non si leggeva una sentenza così articolata come quella con cui il Tar Campania ha rigettato le osservazioni della New Vision in merito al proprio impianto di Sassinoro. 
 
135 pagine, nelle cui motivazioni, si cerca anche di definire ruoli e competenze all’interno dell’intricata matassa che da quasi tre anni tiene bloccato, a Benevento, il ciclo dei rifiuti.
 
Paradossalmente la Provincia di Benevento pur avendo ragione sui rilievi posti in essere dai propri responsabili, sia tecnici che legali, è stata chiamata ad assumere il ruolo di Ente a cui è destinato il compito di stabile i territori in cui non è possibile realizzare impianti per il trattamento dei rifiuti, anche alla luce di un PTCP approvato.
 
All’Ato invece resta il compito della predisposizione del piano industriale e di consulente della Provincia, alla luce anche dei rilievi di presunta contrapposizione della norma regionale sugli Enti d’Ambito rispetto agli articoli, mai abrogati, che definiscono le competenze ambientali delle Province.
 
Si dovrà per forza di cose fare una sintesi fra i programmi di ammodernamento degli impianti così come definiti dal Piano Regionale dei rifiuti, le aree idonee presenti sul territorio sannita che la Provincia dovrà indicare, e le scelte dell’ATO che a questo punto prima di suddividere il territorio in subambiti deve preliminarmente predisporre, ed approvare, un piano industriale.
 
A dire tutto questo non è il consigliere Giuseppe Ruggiero, ma una sentenza che entra nel merito e che se analizzata evidenzia tutte le indecisioni che la governance locale sta mettendo in atto per decidere di non decidere, naturalmente a spese dei contribuenti chiamati a pagare bollette salatissime per portare i propri rifiuti fuori Provincia.
 
Non sappiamo se il contenzioso sull’impianto di Sassinoro terminerà a questo primo grado, ma certamente dobbiamo definire cosa si vuole fare sull’impiantistica, perchè una Provincia senza impianti ha due sole alternative, o trovare un modo per smaltire le proprie quantità di rifiuto, per la verità modeste, o portarle fuori provincia, facendo però attenzione a non diventare sito per investimenti speculativi e quindi luogo per trattare poi paradossalmente il rifiuto di altri.
 
Adesso la Provincia non può continuare a definirsi Ente con competenze residuali e l’ATO non può continuare a non decidere dilungando i tempi delle scelte su un calendario temporale biblico, anche perchè le stesse decisione dell’Ente d’ambito potrebbero essere definite anche illegittime considerato che il proprio Direttore Generale non era un dipendete Comunale, così come richiesto nel bando all’epoca pubblicato, e che attualmente due componenti dell’assemblea non risultano nemmeno consiglieri comunali, requisito indispensabile al momento della nomina.
 
In tutto questo la Regione Campania osserva senza agire, decidendo anche essa di non decidere e permettendo che questa fase di stallo vada avanti all’infinito”.