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Maltrattamenti, femminicidi, violenze e devianze nei comportamenti e nelle abitudini relazionali, sono stati i temi affrontati nel corso del convegno, cui ha partecipato un pubblico numeroso ed interessato, tenutosi nella mattinata di domenica 19 novembre negli spazi del “Blu Hotel” di contrada Iannassi di San Nicola Manfredi (Bn).
 
L’incontro, organizzato dal gruppo consiliare “Progetto per San Nicola”, si è avvalso di significativi esperti del tema in oggetto che, facendo riferimento alle loro esperienze professionali e umane, hanno contribuito a tratteggiare l’enormità del fenomeno, il suo incremento numerico ed i possibili interventi per arginarlo.  
 
Sono intervenuti all’incontro l’Avv. Stefania Pavone, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Benevento, Angelo Capobianco, capogruppo di Progetto per San Nicola; il dott. Salvatore Pignataro (Presidente Regionale Campania Associazione per l’Investigazione e la Sicurezza), Don Luigi Castiello (Segretario Generale del Comitato Disabilità Unite); il Dott. Pietro Battista (Esperto in Scienze Forensi – Criminalista) e la Dott.ssa Alda Parrella (Sociologa, presidente dell’Associazione Exit Strategy). Ha svolto il ruolo di moderatore il giornalista dott. Gerardo De Ioanni.
 
Dopo aver ricordato ai presenti le dimensioni del fenomeno violenza in generale nella società odierna – c’è un femminicidio ogni 72 ore –  e aver sottolineato la necessità di discutere del tema in oggetto per cercare di individuare possibili soluzioni, siano esse giuridiche che della pubblica sicurezza o sociali, De Ioanni ha dato la parola ad Angelo Capobianco per i saluti di rito.
 
Così, la parola è passata alla presidente Pavone che, anche facendo riferimento all’ultimo femminicidio di questi giorni, quello di Giulia Cecchettin, ha ricordato che esso è un fenomeno in crescita nel paese, oggi siamo a105 femminicidi, e che, dunque, è tempo di individuare soluzioni, attraverso l’informazione e il coinvolgimento sociale. Ella ha ricordato che a luglio si è insediata la nuova commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio con la presidente Martina Semenzato, la quale afferma che bisogna agire, non solo sulla punizione, ma anche sulla prevenzione.
 
La difesa del colpevole – ha sottolineato l’Avv. Pavone – deve andare di pari passo con i diritti delle donne, a prescindere dalle ragioni vere o presunte degli imputati. La difesa delle donne parte dalla consapevolezza di tutti e dalla coscienza che le istituzioni sono lo strumento ideale per uscire da quei meccanismi tossici che spesso, sempre di più, sfociano in atti di violenza inauditi.
 
Salvatore Pignataro, investigatore criminologo, ricordando di  essere anche presidente di un’associazione che si occupa di bullismo e sexbullismo nelle scuole della Campania, ha affermato che le forme di violenza sono simili. Essendosi occupato della violenza domestica e le sue recidive ed anche dello stalking nella relazione di coppia, ha affermato che la violenza è una forma di gestione di potere e controllo all’interno della coppia, con il prevalere dell’uno sull’altro. La violenza ha varie sfaccettature – ha sottolineato Pignataro -: può essere fisica, economica, psicologica, comportamenti che quasi mai si manifestano all’inizio del rapporto, ma sono precedute da atteggiamenti di premura, affetto e considerazione.
 
Il violento è come un truffatore, la violenza quasi mai è un fenomeno improvviso, ma c’è una caratteristica intrinseca del criminale che porta alla violenza e con essa anche la possibilità della recidiva. Il violento annienta psicologicamente la vittima che finisce con il subire passivamente o addirittura viene plagiata fino a sentirsi nell’impossibilità di ribellarsi.  Ha concluso Pignataro.
 
Il dott. Battista, dall’alto della sua esperienza criminologica, ha tenuto a precisare che il lavoro dell’accertamento delle prove di un crimine è un’attività sotterranea all’opinione pubblica, ma senza di esse – le prove – non si potrebbe celebrare alcun processo. Accertare circostanze materiali, fondamentali per la ricostruzione di un evento criminale, è procedimento oggi più certo grazie alla tecnologia a disposizione; tuttavia essa non sempre è sufficiente, ci vuole freddezza, intuito, esperienza e distacco dalle scene del crimine che, nonostante l’abitudine, spesso sconvolgono anche loro.
 
Don Luigi Castiello è intervenuto, invece, ricordando i tanti casi di persone, quasi tutte donne, che gli hanno confidato di violenze subite, i casi di ragazzi carnefici delle proprie coetanee, il numero crescente di vittime di violenze che spesso nascondono le loro storie anche ai genitori per paura di essere tacciate di essere colpevoli di quanto accaduto, di come le violenze siano diventate sempre più frequenti fra i giovanissimi, anche grazie al possesso di un cellulare che apre loro le vie della sessualità malata.
 
Ha chiuso i lavoro la dottoressa Alda Parrella che, con calore e determinazione, ha rivendicato il diritto delle donne alla propria vita ed alla propria dignità, l’importanza degli sportelli di ascolto per donne vittime di violenza, come quello di Benevento, ma soprattutto ha sottolineato il fatto che molte madri rifiutano di vedere nei propri figli dei violenti, li giustificano sempre fino a negare che siano colpevoli di qualcosa.  
 
La violenza contro le donne è trasversale – ha evidenziato – non conosce differenze culturali o di ceto. Comune è la considerazione che le donne siano oggetti sessuali, specie dopo il periodo del covid, quando molti, chiusi in casa, hanno saccheggiato le piattaforme youporn.
 
Fondamentale – ha concluso la sociologa – è il ruolo che può avere la scuola nella maturazione della coscienza civile e di genere.