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A che serve tenere in vita una squadra di calcio dilettantistica e poi veder svanire i sacrifici che si fanno da un arbitro giovanissimo, ritenuto dai diretti interessati, incompetente, arrogante e presuntuoso?

Una domanda che troppe, spesse volte si pongono le società sannite a seguito dell’incapacità dei direttori arbitrali nel gestire anche le partite più semplici. Questa volta a lamentarsi sono l’Arpaise e il Pago Veiano che domenica scorsa tra l’incredulità generale si sono viste sospendere l’incontro, valevole per la tredicesima giornata del girone C del campionato di Seconda categoria, dal signor D’Ambra, un ragazzino della sezione di Frattamaggiore, per cause che probabilmente solo lui al momento conosce.

Veniamo ai fatti. Sul punteggio di 1-0 per l’Arpaise, che gioca le proprie gara casalinghe al Meomartini di Benevento, il difensore di casa, nonché capitano, Francesco Iazzetti viene espulso per proteste, dopo che l’arbitro aveva convalidato il gol dell’1-1 agli avversari nonostante il marcatore fosse in netta posizione di fuorigioco. Già il fatto di espellere Iazzetti è una notizia, poiché in venticinque anni di onorata carriera il difensore beneventano non ha mai subita una espulsione, né tanto meno è il tipo dalle proteste facili.

Fatto sta che Iazzetti guadagna lo spogliatoio e la partita riprendere regolarmente. Dopo un quarto d’ora il signor D’Ambra convalida un gol al Pago Veiano, dopo un batti e ribatti nell’area dell’Arpaise e nonostante alcune presunte cariche al portiere locale. I giocatori di casa protestano civilmente, ma l’arbitro, che ha voluto ergersi a protagonista a tutti i costi, senza pensarci su due volte fischia la fine e corre a rinchiudersi negli spogliatoi lasciando tutti a bocca aperta, avversari compresi, quando invece poteva tranquillamente espellere il giocatore o i giocatori che protestavano, se ovviamene ce ne fosse stato bisogno.

Anche i poliziotti, arrivati sul posto dopo essere stati sollecitati dallo stesso arbitro, sono rimasti stupiti, visto che al campo c’era la più totale tranquillità. Adesso al danno si potrebbe aggiungere la beffa, poiché la ‘giacchetta nera’, che ha lasciato il Meomartini addirittura scortato, potrebbe scrivere sul referto qualsiasi cosa, tranne che ha interrotto una partita che poteva condurre fino alla fine senza nessun problema, in quanto nessuno lo ha sfiorato né minacciato. Insomma, non c’è stato assolutamente nulla a giustificare la sospensione del match e l’Arpaise purtroppo molto probabilmente pagherà colpe che non ha mai commesso.