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Era la partita di Starita, nel vivo e al centro dell’attenzione anche se confinato in panchina per scelta di Auteri. La sfida tra la strega e il gabbiano aveva un volto e un nome ben identificati. I tifosi del Monopoli non hanno dimenticato, non sono bastati gli 11 gol messi, e due di questi proprio contro i sanniti nella sfida d’andata, a segno nella prima parte della stagione per conservare un ricordo positivo. Evidentemente l’addio durante il mercato di riparazione non e’ stato digerito, come non e’ stata digerita la volontà del giocatore di cambiare aria non appena si sono fatte sentire sirene di formazioni in odore di promozione, Benevento e Avellino.

Fischi sin dall’annuncio delle formazioni. Poi e’ stato ignorato per concentrasi sul sostegno alla propria squadra. In fondo il non essere nell’undici di partenza ha distratto i tifosi biancoverdi che lo hanno lasciato in pace. 

La pace e’ finita a inizio ripresa, momento nel quale il mister del Benevento ha deciso di cambiare Lanini, inserendo proprio Starita. Ovviamente l’accoglienza e’ stata ampiamente prevedibile.

Imprevedibile, invece, e’ stata la sua prestazione nel senso che non ci si aspettava assolutamente di vedere un giocatore completamente fuori dalla manovra, impreciso nelle conclusioni e negli appoggi, per quei pochi palloni che ha potuto toccare.

Uno Starita cosi’, forse, non sarebbe servito neanche a un Monopoli che ha saputo sopperire e non sentire la mancanza del bomber. Utile quando ha indossato la maglia biancoverde, utile ai biancoverdi quando se lo sono trovati di fronte per una sterilità inattesa. E’ la triste realtà di una sfida contro un’avversaria che ha portato a casa sei punti su sei nella stagione senza subire neanche un gol e rischiando veramente poco. E’ la triste realtà di un giocatore che sembra un corpo estraneo a una macchina che ha trovato meccanismi nei quali non riesce proprio a entrare. Un bomber che ha deciso di vestire i colori giallorossi ma ha lasciato i gol a Monopoli.