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Dapprima il tilt emotivo e poi quello gestionale delle emozioni aleggiate ieri pomeriggio in contrada Santa Colomba possono rappresentare lo specchio fedele di una annata assurda che ha visto coinvolto il Benevento (quello in campo e quello dietro la scrivania) e la sua tifoseria. Al fischio finale dell’obbrobrioso match andato in scena del ‘Vigorito’ il tecnico dei giallorossi Stellone aveva già abbondantemente deciso di dimettersi, con un gesto che a qualcuno può essere apparso una resa ed una fuga ‘alla Schettino’ e ad altri semplicemente una presa di coscienza, sicuramente tardiva, ma con la quale l’ex attaccante romano ha tolto il disturbo e anche dall’imbarazzo una società che già nelle scorse settimana aveva manifestato al tecnico la propria insoddisfazione.

In verità, lo abbiamo pensato ma non lo abbiamo scritto con la convinzione di assecondare le scelte societarie in un momento critico, la soluzione auspicabile sarebbe stata quella di esonerare Stellone dopo la sconfitta di Pisa e, quindi, prima dell’ultima sosta del torneo che avrebbe dato modo ad un nuovo allenatore, anzi ad un precedente allenatore come Fabio Caserta, di mettersi al volante e (ri)prendere la guida di una squadra che, forse, solo il tecnico che l’aveva allenata sin dall’estate poteva condurre verso il finale di stagione.

Ciò non è accaduto, proprio come pure Cannavaro probabilmente (con il solito più facile senno di poi) doveva essere esonerato dopo la sconfitta casalinga con il Genoa. Non foss’altro, in quel caso, perché così un nuovo allenatore (Stellone?) o fors’anche un precedente allenatore, Caserta, avrebbe avuto a sua disposizione il finale di calciomercato per sistemare a proprio piacimento la squadra.
Possibilità che, evidentemente, non ha avuto a sua disposizione Stellone.

Ma detto che nel corso della stagione ci sarebbero state altre due finestre disgraziate ma utili per richiamare quell’allenatore che ancora adesso ha la migliore media punti stagionale, a frittata praticamente fatta, il Benevento con l’abbandono della nave da parte di Stellone si era convinto a richiamare Caserta, almeno apparentemente.
Ma cosa è potuto mai accadere tra un convincimento che fino in fondo tale non era e un ripensamento tanto repentino quanto poco comprensibile.

Ieri pomeriggio, subito dopo che Stellone ha comunicato la sua decisione alla società, ‘emissari’ del Benevento (che è pur sempre senza un diesse) hanno iniziato a contattare Fabio Caserta, che ignaro della situazione nel Sannio si stava legittimamente godendo il suo giorno di Pasquetta in famiglia e fors’anche in una location poco servita dalle telecomunicazioni. Il tecnico di Melito Porto Salvo non ha risposto immediatamente al ‘grido d’aiuto’ che giungeva da contrada Santa Colomba, del tutto inconsapevole pure che potesse essere una ‘convocazione’ ai suoi doveri contrattuali in essere. Ma poi Caserta ha richiamato chi lo aveva contattato, mettendosi a totale disposizione per riabbracciare una ‘croce’ che voleva fortemente riabbracciare e sin dai mesi scorsi.

Con il calabrese residente a Pompei è stato anche fissato un appuntamento nel Sannio per questa mattina, riunione durante la quale si sarebbe dovuto far chiarezza su alcune questioni lasciate in sospeso a settembre scorso. Ma anche in questo caso nulla di tutto ciò è accaduto perché, evidentemente, a torto o a ragione a seconda dei legittimi punti di vista di ognuno, Vigorito ed il suo entourage, probabilmente, devono aver considerato tale situazione una mancanza di voglia e dedizione del tecnico calabrese alla disperata causa giallorossa. Da ciò, sin da ieri sera, è nata una decisa virata degli ambienti societari su Andrea Agostinelli, già opinionista del salotto televisivo aziendale, che in men che non si dica ha detto sì con tutto l’entusiasmo di chi da 10 anni non allena in patria, ad una ‘proposta’ che, probabilmente, nemmeno il biondo ex centrocampista immaginava di ricevere.