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Benevento – L’autunno nero delle scuole beneventane. Un periodo denotato da continui stop alla programmazione annuale e le motivazioni sono varie ma tutte con lo stesso comune denominatore: chiusura delle strutture. Che sia allerta meteo, oppure topi o terremoti, le strutture cittadine stanno subendo dei rallentamenti per quanto riguarda i programmi da svolgere. La storia è cominciata il 28 di ottobre con il primo avvistamento di topi all’interno della Sant’Angelo a Sasso, un fatto che ha portato alla chiusura della struttura per operare la derattizzazione necessaria alla riapertura, che è avvenuta qualche giorno dopo. I topi, lo spauracchio dell’ultimo periodo di ottobre e dell’inizio di novembre, anche perchè ci sono stati altri avvistamenti, di roditori fisicamente o di escrementi, in altre scuole cittadine: dalla Pascoli al Rione Ferrovia fino al complesso scolastico “Papa Orsini” di contrada Epitaffio, struttura che era già stata sottoposta a derattizzazione, ma evidentemente non è bastato. Tutte situazioni che sono state combattute con la chiusura temporanea e l’interruzione delle attività per rimettere le cose a posto. Sembrava risolta la questione, ma dopo i topi, è arrivato il maltempo, “caro e vecchio” compagno di viaggio del capoluogo sannita. Antenne drizzate verso la Protezione Civile per capire il colore dell’allerta meteo. Gialla, per il sindaco Mastella, equivale alla continuazione, arancione no. E questo è stato il colore che ha interrotto nuovamente le attività scolastiche il 6 di novembre. Ancora uno stop. Il maltempo ha continuato a spazzare via Benevento, vento e pioggia ma allerta che è tornata ad essere gialla, almeno nel Sannio, quindi attività continuate senza alcun problema. Questo fino a oggi, quando è stata la natura a decidere di farsi sentire nuovamente ma in un modo più angosciante: il terremoto. Lo sciame sismico che ha colpito la zona compresa tra Ceppaloni, San Leucio e Apollosa è stato avvertito distintamente anche in città. E allora ci si deve fermare nuovamente perchè non si può giocare col terremoto, nè tanto meno si può giocare con strutture che sono già state “attenzionate” proprio per questo aspetto che è abbastanza precario. Strutture vecchie quelle beneventane, conviene prevenire quando il sisma rientra in una gradazione accettabile. Al netto del panico generato, poi ci si ferma un attimo e si capisce che c’è bisogno di prendersi del tempo per capire le scuole in che condizioni si trovano ma, soprattutto, regalare nuova tranquillità a bambini e ragazzi che questa mattina hanno sentito il terreno tremare sotto i propri piedi e sono stati colpiti dal panico (qualcuno è stato ripreso dai genitori in lacrime per lo shock). In questo caso è quanto di più giusto si possa fare. Autunno nero per l’educazione, istruzione che prosegue a singhiozzo e scuole che sono sotto la lente d’ingrandimento perchè rappresentano un potenziale pericolo. Mai come in questo caso, prevenire è meglio che curare, un detto che può andare bene non solo per le pubblicità.