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Benevento – Con due anni di ritardo Matteo Renzi  è arrivato nel luogo simbolo dell’alluvione del 2015. E’ stata la campagna elettorale a portarcelo.

Il segretario nazionale del Partito Democratico è giunto in città col treno del PD a bordo del quale gira l’Italia in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. Ma sempre con non pochi problemi. Ad ogni stazione una contestazione o una fredda accoglienza.

A Benevento a fare gli onori di casa c’era la claque del Pd, poco più di cento persone che si sono mischiate ad altrettante tra forze dell’ordine e giornalisti. Ma c’era anche chi ha voluto manifestare il proprio dissenso. “Dove eri due anni fa, buffone” ha gridato qualcuno. Altri: “tornatene a casa, che hai fatto per noi?”.

E così, senza rispondere a nessuna domanda, con le forze dell’ordine che tenevano lontani tutti, Renzi ha rapidamente preso la strada dell’Asi, l’area industriale di Ponte Valentino dove due anni fa l’alluvione produsse milioni e milioni di danni mettendo in ginocchio decine di aziende che avevano lì i loro stabilimenti. Due anni fa fu proprio Matteo Renzi, all’epoca premier in carica, a disertare il Sannio. Fu lui il grande assente.

Mancò l’appuntamento con una terra martoriata, dalla politica  prima e dalla natura poi. Una terra che cercava risposte che non arrivavano. Ed è solo ora, dopo che i primi aiuti a quelle aziende dell’Asi sono giunti, che Renzi ha avuto il coraggio di mettere piede nella zona industriale di Ponte Valentino.

Ad accoglierlo i soliti amici del Partito Democratico ma anche una platea di industriali che non hanno mancato di segnalare al segretario del Pd le carenze del Governo rispetto al territorio sannita.

Introdotto dal segretario provinciale Carmine Valentino, ha preso la parola il presidente di Confindustria Beneventi, Filippo Liverini.Abbiamo strade senza manutenzione, le nostre aziende hanno difficoltà a causa delle infrastrutture carenti ad avere rapporti commerciali con il resto del Paese. Abbiamo subìto una grave alluvione, senza pari per questo territorio, ma le nostre aziende si sono rialzate. Ora vogliamo che il Governo ci sia vicino. Rivendichiamo un ruolo centrale in questa regione”.

Ancora più duro sulle carenze del territorio e le difficoltà del comparto edilizio è stato il presidente provinciale di Ance, Mario Ferraro che ha sottolineato come la burocrazia stia uccidendo le imprese. E come in particolare il codice degli appalti spinga coloro che devono decidere sugli affidamenti a non decidere più. “hanno paura – ha detto – e così non decidono”.

Abbiamo dei problemi”, ha poi aggiunto il consigliere regionale del Pd, Mino Mortaruolo.Ma questi problemi li stiamo risolvendo. Una mano ce la dà anche il settore primario. Tanti sono i miei coetanei che ritornano per investire in agricoltura”.

Ma a spazzare via “i piagnistei” ci ha pensato la risolutezza estrema del sottosegretario Umberto Del Basso De Caro.Non è vero che non avete preso soldi, ne avete presi tanti. Prima del Governo Renzi in caso di calamità naturali nessun cittadino prendeva nemmeno un euro. Invece qui i soldi sono arrivati e continueranno ad arrivare soprattutto quando sarà approvata la norma che consentirà di aumentare il valore dei rimborsi alle persone giuridiche che al momento è fermo a 400mila euro”. 

Su quanto però la Regione non ha ancora fatto nemmeno De Caro fa sconti. “La Regione metta subito a disposizione cinque milioni di euro per le aziende che pur avendo diritto al ristoro sono rimaste tagliate fuori per carenza di fondi”.

Quindi a chiudere è stato Renzi che ha parlato del suo Treno e della sua Campagna Elettorale attaccando i Cinque Stelle. Poi dopo un siparietto sul risultato della partita del Benevento Calcio (guarda il video) in corso proprio in quei minuti, ha fatto il mea culpa sulla scarsa comunicazione. “Abbiamo fatto più di ciò che abbiamo comunicato”. E poi la presa di posizione dura nei confronti dei contestatori organizzati e di chi vuole l’assistenzialismo.

Poi la chiusura: “Ci aspettano sei mesi di campagna elettorale in mezzo alla gente. Ho bisogno di dare del tu ai problemi veri”.

Ma resta il fatto che il suo treno sia arrivato con due anni di ritardo e che nel frattempo le aziende siano sopravvissute solo grazie alla propria forza, non certo grazie ad aiuti arrivati in ritardo e alle mille complicanze della burocrazia italiana.