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Benevento – Una discussione informale più che una conferenza stampa. Presso la nuova segreteria di MezzogiornoNazionale, in via Torre della Catena, Pasquale Viespoli si è confrontato questo pomeriggio con gli organi locali dell’informazione. L’occasione buona per il consueto scambio di auguri in vista delle imminenti festività e soprattutto per parlare di politica.
L’unica documentazione presente sul tavolo è relativa a un vecchio progetto per il depuratore cittadino. Carte utili a sottolineare che nel 2018 la questione depurazione per Benevento poteva essere risolta. E da un bel po’. “Avevamo fatto praticamente tutto. Poi arrivò l’Arpac a creare qualche problema. E l’Arpac, all’epoca, lo sapete, non significava certo Pasquale Viespoli ma significava Udeur”.  
Chiaro, dunque, l’invito al sindaco Clemente Mastella: “E’ bene che risolvano la questione senza parlare”. D’altronde, aggiunge, l’occasione per confrontarsi c’è stata ma non è stata colta. “All’indomani del suo insediamento gli scrissi una lettera”. Una sorta di invito a discutere della vicenda. “Mai ricevuta risposta”.
Ma non è questo l’unico elemento di delusione nei confronti dell’inquilino di palazzo Mosti. E’ su Mastella, d’altronde, e sullo stato di salute della città, che i giornalisti lo sollecitano maggiormente. E Viespoli non si sottrae.
Considerato il suo profilo, riconosciute le sue capacità, mi aspettavo altro. Immaginavo una sorta di appello alle intelligenze migliori della città, alle competenze presenti. E invece siamo al ridotto della Valtellina”.  Ed è in questo quadro che Viespoli colloca le difficoltà interne alla compagine di governo della città capoluogo.
Lo sfaldamento di questa maggioranza è evidente. Diciamo che non riesce a reggere l’urto dei problemi. In particolare nella gestione dei servizi pubblici. Un dato pronosticabile considerata la mancanza di competenze e di esperienze. Elementi che col tempo stanno emergendo”. Un giudizio severo che certo non può tramutarsi in una lasciapassare per le nuove ambizioni del sindaco. “Vuole guidare la Regione? E allora ritiriamogli la patente”.
Battute a parte, – prosegue Viespoli non provo alcun astio nei suoi confronti. E credo anche di averlo dimostrato nel 2011, con l’esperienza del Pit. Una scelta che non rinnego – l’attualità mi dice anzi che la strada era quella giusta – ma che ho pagato in prima persona. A Mastella, lo ribadisco, riconosco grandi qualità. Tanto di cappello anche per la sua capacità di vincere le elezioni e diventare sindaco. Il punto è che una volta riuscito a tornare in gioco, è rientrato nello schema dell’utilità marginale da far pesare sul tavolo delle trattative politiche. E intanto la città è ferma. Dal punto di vista economico e sociale, certo. Ma anche la regressione culturale è totale. Non si discute più. La società beneventana si è come ritirata. E in questo contesto, Mastella è parte del problema, non la soluzione”.
Pollice verso anche per quanti da destra si muovono in direzione Salvini.
Come si può essere nazionalisti fino alla domenica sera e poi risvegliarsi leghisti il lunedì? La destra è altra cosa: è visione nazionale e Mezzogiorno. E invece il Sud è ormai scomparso dall’agenda politica. Su questo, e sulle riforme istituzionali, dovremmo confrontarci e misurarci con Salvini. Ma devo constatare che a farlo, ormai, sono soltanto alcuni giornali. Il resto? Un vuoto. È grave e rischia di esserlo ancora di più, considerato che nel 2019 i governatori del Nord, in virtù degli esiti referendari, riproporranno con forza il tema dell’autonomia delle loro regioni”.