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Benevento – Lunga intervista quella rilasciata da Oreste Vigorito, presidente del Benevento, ai microfoni di TMW Radio, durante la trasmissione Stadio Aperto. Questi alcuni temi affrontati dal massimo dirigente della Strega.

CoronavirusEra l’ultima cosa di cui aveva bisogno questo Paese. Avevamo i primi segnali di ripresa dopo la crisi del 2009, questa epidemia è stata una mazzata dalla quale sarà difficile risalire, sicuramente però ce la faremo

StopFaccio una riflessione, non credo che un’azienda che produce camere da letto debba essere meno aiutata di una che produce giocattoli. Entrambe hanno un ruolo nella società. Quando si parla del mondo del calcio si intende solamente un divertimento, lo fanno apparire come un di più, ma questo è un mondo economico, finanziario e sociale. Abbiamo un’azienda che distribuisce milioni di euro, non solo a quel 10% di giocatori che fanno una vita da nababbi ma alle migliaia di persone che ci ruotano intorno. Vedo il calcio come un’azienda messa all’angolo, che sta avendo poco sostegno.

Protocollo – Sarà difficilmente attuabile in Serie A e anche in B. Si aggiungono costi di parecchie centinaia di migliaia di euro per una squadra di Serie B per finire il campionato. La spesa maggiore è il ritiro prolungato per due mesi, a parte dei mancati incassi per i biglietti e dei trasferimenti.

Spadafora – Domani il presidente Balata, dopo il direttivo di oggi, porrà delle domande: perché un calciatore deve dormire nello stadio? Tolta questa voce, il protocollo potrebbe essere applicato. Perché l’azienda calcio non dovrebbe essere sostenuta dalla FIGC o dalla stessa FIFA? Immagino che Gravina si stia muovendo in tal senso, ma il problema serio è che non lo sa nessuno. Ci sono pochissime comunicazioni su cosa si fa o si debba fare, mentre abbiamo dichiarazioni di presidenti d’ogni livello che dicono cosa dovrebbero fare gli altri.

Decisione Il Benevento vive una stagione unica. Da 14 anni a questa parte ha sempre accettato le decisioni. Questo nonostante situazioni in cui siamo stati danneggiati da altri, prima che qualcuno scoprisse 3-4 anni dopo che non fossero state proprio partite cristalline. In più nei famosi ripescaggi siamo sempre stati messi dietro alle varie Reggina e Vicenza per la loro storia e non per il merito calcistico. Laddove non dovesse esserci una decisione di merito sportivo, ma di natura politica, economica o qualunque altro tipo, il Benevento non ci starebbe. Non si può annullare un intero anno di sacrifici. Essendo una soluzione non voluta da nessuno, bisogna far valere le classifiche che avevamo prima dello stop. Lo accetterei anche se ora fossi al terzo posto. A chi mi accusa di pensare al mio orticello, dico che non è colpa mia se avevamo vinto tutte quelle partite fino a quel momento. Il Benevento si uniformerà alle decisioni, con l’augurio che responsabili e dirigenti ritrovino il bandolo di una matassa molto intricata.

Tempistiche – Se si pensa che i Mondiali del 2022 stravolgerebbero il campionato, interrompendolo a ottobre-novembre per poi tornare a giocare, non vedo perché non si debba fare lo stesso per questo virus. Quando finiremo questo gli atleti avranno venti giorni di vacanza e poi si comincerà con l’altro, modulandolo magari su quello che va a precedere i Mondiali. Le altre nazioni hanno i nostri stessi problemi: invece di giocare alle 22 a Verona col ghiaccio a terra o da altre parti con la bufera, giochiamo a luglio nelle serate fresche. Anche per la gente sarebbe diverso, vivendo così l’estate, e poi a settembre si riparte.

Futuro – Recuperata un minimo di quella razionalità, servirebbe migliore equilibrio nelle risorse. Fin quando ci sarà un enorme disuguaglianza, il calcio non avrà mai pace. Dobbiamo tornare a quei valori del calcio di provincia di una volta.

Istituzioni – Le leggi che regolano il calcio sono del ’90, se non erro. Pensate che Serie A e B sono in minoranza rispetto a Lega Pro e dilettanti in assemblea, ma hanno più soldi. Chi ha di più ha meno in assemblea: c’è un disequilibrio incredibile. Quando devi rinnovare i quadri dirigenziali c’è una spaccatura continua. Dopo il virus fosse il cielo si ripulirà il calcio?

Leggi l’intervista completa a Oreste Vigorito