- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti

Caserta –  Uno spettacolo itinerante e gratuito quello che venerdì prossimo, 8 dicembre alle ore 11, porterà  “Il Mito di Aracne nelle seterie di San Leucio”.

In collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Caserta, la Compagnia La Mansarda Teatro dell’Orco proporrà il mito di Aracne, così come ci viene narrato da Publio Ovidio Nasone nelle sue “Metamorfosi”, ma ambientato negli ambienti e nella storia della cittadella borbonica della seta del 1700.

Con la drammaturgia di Roberta Sandias  e la regia  Maurizio Azzurro, l’opera l’opera classica racconta della vicenda dell’abile e sventurata tessitrice che osa sfidare la dea Atena nella supremazia in quest’arte e che, vittoriosa, viene mutata in ragno dalla dea offesa, che ben si presta ad una suggestiva rilettura teatrale, opportunamente studiata per essere rappresentata in forma itinerante negli spazi del Belvedere.

Partendo dalla considerazione che il mito, così come la fiaba, è universale e non sfugge ai canoni di atopia e acronia – spiega Roberta Sandias – si è pensato di decontestualizzarlo dall’epoca classica cui è ambientato, e di riscriverlo riportando personaggi ed eventi alla corte dei Borbone, nella cittadella della seta”.

Così, Aracne diviene una giovane tessitrice della colonia di San Leucio, offrendo al contempo anche un pretesto per “ricostruire” la storia della colonia così cara a Ferdinando IV , scoprendone le regole, il modus vivendi e lo straordinario progetto avanguardistico che San Leucio rappresentava.

I personaggi della cittadina della Lidia divengono dunque gli abitanti della cittadella borbonica, offrendo allo spettatore la possibilità di scoprire la storia di un luogo che fu popolato da gente proveniente da tutta Italia, ed anche dall’estero, attratta dai privilegi che lavorare nelle seterie offrivano, e dando possibilità di mescolare al mito la storia, ed alla storia aneddoti che, opportunamente teatralizzati, arricchiscono lo spettacolo, colorandolo di toni  non solo epici, ed alleggerendo con scene prese in prestito alla vita quotidiana la drammaticità del mito, rendendo fruibile lo spettacolo ad un pubblico eterogeneo.