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Caserta – Con una laurea in filosofia e una lunga militanza al Comune di Bologna, Mauro Felicori era stato proiettato nel 2015 (già 63enne), dalla coppia Renzi-Franceschini, nell’olimpo dei superdirettori dei musei autonomi, conquistando la Reggia di Caserta. Ha cavalcato l’onda mediatica sfruttando un’ingenuità dei sindacati locali, i quali avevano posto un problema di sicurezza, considerato che il direttore si tratteneva nel complesso vanvitelliano ben oltre l’orario di chiusura. Sarebbe bastato autorizzare un paio di dipendenti allo straordinario serale ma preferì balzare alle cronache nazionali come il povero dirigente che lavora troppo e viene attaccato dai soliti dipendenti pubblici fannulloni. Nel 2019, a 67 anni, è stato costretto ad andare in pensione per sopraggiunti limiti di età e, nonostante i tentativi di Palazzo per una deroga ad personam, non c’è stato nulla da fare. Si è chiusa la porta della Reggia e si è aperto il portone che lo ha condotto direttamente sullo scranno più alto della prestigiosa Fondazione Ravello. Ma l’obiettivo era ben diverso. Nel 2018 non viene accontentato e il suo nome non figura tra quelli dei candidati alle Politiche. Ma ora non gli si poteva dire di no: candidato alle recenti Regionali in Emilia Romagna nella lista “Bonaccini Presidente” è stato eletto consigliere all’alba dei 69 anni e, pochi ore fa, lo stesso Stefano Bonaccini ha comunicato che Felicori avrà una poltrona in giunta. Della serie, largo ai giovani!