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Caserta – Quarta domenica consecutiva di raccolta firme a sostegno della petizione lanciata dal comitato Macrico Verde per chiedere al Consiglio comunale l’attribuzione di destinazione urbanistica dell’area ex Macrico come “Zona Omogenea F2- Verde Pubblico”. Tale dicitura qualificherebbe l’area come territorio inedificabile destinato alla realizzazione di giardini pubblici coi relativi arredi fissi richiesti per la loro più completa fruizione da parte dei bambini, degli adulti, e delle persone anziane, vietando, inoltre, l’edificazione di nuove costruzioni anche di carattere provvisorio che eccedono in volume i 18 mc ed infine garantendo un indice di piantumazione minimo di 300 alb/ha. Il comitato Macrico Verde, costituitosi in occasione del Te Deum del 31 dicembre 2000, quando l’allora vescovo di Caserta, Raffaele Nogaro dichiarò la volontà di destinare l’area alla città, sconfessando qualsiasi posizione speculativa fino a quel momento avanzata dai soggetti interessati. Parliamo di un’area di quasi 325mila metri quadri a ridosso del centro cittadino che, di fatto, è di proprietà dell’Istituto Diocesano Sostentamento del Clero che già nel 2000 aveva provato a vendere l’enorme appezzamento ai privati ma fu bloccato proprio dal vescovo Nogaro. Poi è stato il comitato Macrico Verde ad arginare i tentativi dell’Idsc che premeva per concludere un affare stimato in 35 milioni di euro. L’intervento della Soprintendenza, chiamata in causa dalle associazioni, pose il vincolo sull’area impedendo di fatto la vendita. Ne è conseguita una battaglia legale a colpi di ricorsi fino al pronunciamento del Consiglio di Stato del dicembre 2018 che ha respinto le richieste dell’Istituto diocesano e ha validato il vincolo posto dalla Soprintendenza. Il comitato, che è composto da quasi 40 associazioni tra cui Italia Nostra, Wwf, Csa ex Canapificio, Nero e Non Solo, Legambiente, Arciragazzi, Agesci, Caserta Città Viva e tante altre, si batte ormai da vent’anni affinché l’area diventi inedificabile e fruibile come vero e proprio polmone verde in una città che, a livello ambientale, paga decenni di speculazioni nel settore delle costruzioni. L’appuntamento per firmare la petizione è presso lo stand del comitato in Largo San Sebastiano, dalle 10 alle 13 di domenica 2 febbraio.