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“Al carcere di Milano-Opera non sto al 41bis, ma in un’area riservata, in cui da sette mesi sono isolato senza alcun motivo“. Lo ha dichiarato il boss dei Casalesi Michele Zagaria intervenendo in video-conferenza dal carcere milanese al processo in corso al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) che lo vede imputato per violenza privata aggravata insieme all’ex sindaco omonimo di Casapesenna Fortunato Zagaria e all’ex consigliere comunale Luigi Amato.  

Persona offesa è un altro ex primo cittadino di Casapesenna Giovanni Zara, in carica per pochi mesi tra il novembre 2008 e l’aprile 2009 quando fu sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, in quanto manifestò apertamente la sua opposizione allo strapotere del boss Zagaria, in quel periodo latitante proprio a Casapesenna, paese in cui ha sempre risieduto tutta la sua famiglia. Per la Procura antimafia, “regista” della “cacciata” di Zara fu Fortunato Zagaria, allora vice-sindaco, che agì per conto del boss. Lo stesso capoclan ha poi chiarito che “io non ho messaggi da lanciare a nessuno“;  il riferimento è alle dichiarazioni spontanee rese nelle passate udienze in cui Zagaria  aveva detto che “questo è un processo politico, Zara si sta inventando tutto e ora mi sta dando davvero fastidio. Mi sta mettendo sotto pressione, ora basta». Peraltro nel processo è emerso anche il progetto di attentato ai danni di Zara commissionato dal boss ai suoi uomini, idea non concretizzatasi.
Zagaria si è poi rivolto al presidente del collegio Maria Francica e al pm della Dea Maurizio Giordano. “Sulla mia situazione carceraria siete voi i miei garanti“. “Non è questa la sede per parlarne” l’ha interrotto la Francica. “Va bene, mi arrendo” ha concluso il boss.