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Casapulla (Ce) – “Le ultime notizie apparse su qualche organo di stampa – riflette in una nota stampa Antonio Di Giovanni, coordinatore del movimento Casapulla Domanici aiutano a comprendere alcune posizioni assunte nel Consiglio comunale dell’aprile scorso, quello dello scioglimento dello stesso”.

L’ex assessore della giunta Sarogni ci tiene a precisare: “La verità è venuta a galla: oggi trovano conferma le nostre intuizioni circa alcuni repentini “cambi di casacca” avvenuti nell’ultima parte della scorsa consiliatura. Se il quesito era perché mai l’ex capogruppo della lista di maggioranza, uno dei maggiori sostenitori di Casapulla Domani, l’avvocato Luigi Tecchia, avesse – così a cuor leggero – deliberato la fine della avventura amministrativa di cui era inizialmente un acceso sostenitore, ora sappiamo con dovizia di particolari che la strategia in atto era quello della ricerca di un ‘posto al sole’ offertogli dalla possibilità di candidatura a sindaco in quota Campania Libera”.

Dunque, nessuna motivazione politica alla base del cambiamento di posizione, ma solo ambizioni personali. Ma il leader di Casapulla Domani non drammatizza la questione e afferma: “Quanto meno si è fatto chiarezza: infatti, con la discesa in campo di Tecchia, anche lo schieramento che si contrappone al nostro, quello dei “boschiani” per intenderci, ha un candidato sindaco: l’avvocato Tecchia, appunto”.

In questo modo, secondo Di Giovanni, risulterebbero confermate anche le affermazioni del consigliere Bosco, il quale aveva solennemente dichiarato in Consiglio comunale che “mai un membro della famiglia Bosco sarà impegnato in qualità di candidato sindaco in una futura lista da presentare agli elettori“.

Noi andiamo avanti per la nostra strada, con il nostro il candidato sindaco Michele Sarogni – conclude Di Giovanni – senza badare alle beghe tra soggetti che, solo fino a poco tempo fa, si odiavano e si parlavano solo tramite gli avvocati nelle aule di tribunali”.

Non si è fatta attendere la risposta al vetriolo dell’ex capogruppo di Casapulla Domani, Luigi Tecchia.
Gli interventi dell’amico Antonio Di Giovanni – ha dichiarato Tecchia – sono, come sempre, ricchi di folklore e poveri di contenuto. Ma non è colpa sua. Cambi di casacca? Ma di cosa parla? Dei suoi si è perso il conto da molti anni. Non ho mai avuto tessere di partito e non ho mai aderito a Campania Libera (mi smentisca se può).

Vado oltre. Non entro da anni nella sede di via Orsi! Una verità la racconta Antonio: sono stato un grande sostenitore del progetto “Casapulla Domani” anzi di più. Sono stato – a differenza sua – tra i fondatori di quel progetto (si vada a rileggere il mio comunicato dello scorso 8 marzo). Poi, però, insieme agli altri 2/3 dei consiglieri di maggioranza – e alla quasi totalità dei candidati – ho potuto solo assistere al fallimento del percorso amministrativo senza aver mai avuto la possibilità di esprimere un’idea (mi dica Di Giovanni, ad esempio, se il suo ruolo di coordinatore del circolo e’ stato votato dai soci o, viceversa, imposto dall’alto. Io non ricordo elezioni). Invece di perdersi in considerazioni che non gli appartengono, risponda Di Giovanni, essendo stato anche assessore al bilancio, degli oltre tre milioni di euro di disavanzo appurati dal Commissario Prefettizio relativamente all’ultimo esercizio finanziario. Si occupi di questo piuttosto che lanciarsi in previsioni elettorali. Ad ogni buon conto, caro Antonio, l’ambizione non è personale. L’ambizione è quella di dare a Casapulla la possibilità di svincolarsi da vecchie, e francamente non più tollerabili, logiche familiari che hanno imbrigliato il paese negli ultimi 25 anni. Vogliamo fare di Casapulla un comune “normale”, e auspichiamo una campagna elettorale senza battaglie tra zio e nipote, tra cugini, tra cognati, tra fratelli e sorelle. Vogliamo che il sindaco sia democraticamente eletto dai cittadini e non indicato per successione dinastica. Se il progetto si concretizzerà, e sono davvero in tantissimi a chiedercelo, ci confronteremo sulle idee e sui programmi, non sui vincoli di sangue e men che meno sulle parentele. Punteremo solo sulla competenza e rifiuteremo la compiacenza! Pensare ancora oggi, nel 2018, che si possa dividere una comunità fra “guelfi e ghibellini” è davvero molto triste. Mi dispiace per te caro Antonio”.