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Caserta – Era parroco del tempio di Casalapenna, Michele Barone venne fermato nel febbraio 2018 dalla polizia di Stato all’Aeroporto di Capodichino con l’accusa di violenze sessuali durante alcuni riti di esorcismo ai danni di tre donne, una delle quali aveva solo 13 anni. Processato davanti ai giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere e arrestato nel carcere di Carinola da quasi un anno, oggi un’altra buona notizia, Papa Francesco ha dimesso il prete dallo stato clericale con un decreto emesso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede: “La Diocesi di Aversa – si legge nella nota ufficiale – comunica che, con Decreto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Santo Padre Francesco, ai sensi dell’Art. 21 § 2, 2° SST, con suprema e inappellabile decisione, ha decretato la dimissione dallo stato clericale del Reverendo Michele Barone, di questa Diocesi di Aversa e membro dell’Associazione “Piccola Casetta di Nazareth”.

La Chiesa – prosegue la nota – anche quando applica la legge canonica nella sua legittima severità, ha come fine la salvezza delle anime, rimane in preghiera continuando a sostenere con fraterna carità quanti sono nella sofferenza”.

Le tre vittime di abusi erano state convinte dal prete di essere possedute dal demonio, da quel momento è iniziato il loro incubo: venivano sottoposte a violenze verbali e fisiche o addirittura a torture medioevali, percosse, costrette a sospendere i trattamenti farmacologici a cui erano sottoposte per le gravi patologie di cui soffrivano, oppure lasciate digiune per mesi, alimentandosi con flebo di glucosio o con latte e biscotti.

In tutta questa tragica storia, la nota ancor più positiva è che la 14enne sta bene, anche se in sottopeso e nonostante l’orecchio sfregiato dal piede del prete e dalle manovre che il sacerdote esercitava per costringere il diavolo lasciare il corpo dell’adolescente, i cui genitori si trovano agli arresti domiciliari. Anche le altre due vittime, maggiorenni, si stanno riprendendo dal trauma, hanno denunciato il parroco e testimoniato contro di lui nel corso dell’incidente probatorio.