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Caserta – “Il Collegio, riguardo al conto economico e al conto del patrimonio, non è in grado di attestarne la completezza e l’attendibilità”.

Con queste parole il Collegio dei revisori dei conti del Comune di Caserta boccia il bilancio consuntivo 2017 dell’amministrazione targata Carlo Marino.

Un’altra caduta per il sindaco e la sua maggioranza dopo il diniego di approvazione da parte della Corte dei Conti del piano di riequilibrio pluriennale che, respingendo anche il ricorso, sottolineava le molteplici violazioni di legge ed irregolarità contabili rilevate. E, sopratutto, dopo la dichiarazione del secondo dissesto in sette anni (senza chiudere il primo) che costringe, ancora una volta, la città all’immobilismo, oltre alla mancanza cronica di servizi che dovrebbe erogare un Comune e alle tasse più alte d’Italia che i casertani pagano da tempo immemore.

I tre revisori, Pietro LoscoBruno D’Agostino Michelina Bruno, nella loro relazione fanno riferimento alla “mancata iscrizione negli accontonamenti del risultato di amministrazione del residuo fondo anticipi di liquidità ammontante ad euro 19.275.349,65” alla “mancata rilevazione degli ammortamenti dell’esercizio e del relativo fondo” e alla “inattendibilità del risultato d’esercizio e coneguente rideterminazione”.

Una bocciatura senza mezze misure del rendiconto preparato dal dirigente Girolamo Santonastaso e dall’assessore alle Finanze, Federico Pica. Forse, sindaco e compagni, dichiarando il dissesto, pensavano di poter trattare la materia finanziaria con superficialità visto che ora ci deve pensare l’Organismo Straordinario di Liquidazione. Ma così non è.

E i revisori non mancano di sottolinearlo: “la circostanza che il Comune di Caserta ha deliberato il dissesto il 23 aprile non esonera dal rispetto dei principi contabili in materia di redazione del rendiconto di gestione e sulla base dei rilievi evidenziati il collegio non può essere parere favorevole all’approvazione del conto dl bilancio per l’esercizio 2017”.

Invece di pensare ai rimpasti di giunta per dare il contentino ai consiglieri che scalpitano (doveva saperlo che sarebbe accaduto ciò quando si è presentato con 10 liste alle elezioni), il primo cittadino farebbe bene a trovare una soluzione al disastro finanziario, economico e sociale creato nei decenni passati (quando lui già occupava seggiole a Palazzo Castropignano) e rimasto tale negli ultimi due anni della sua amministrazione.