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Napoli – Nessuna sospensione dell’interdittiva antimafia per la Termotetti, azienda di Gioia Sannitica (Caserta) che opera nel campo dell’igiene ambientale – ha appalti in cinque comuni del Casertano – e che il 30 gennaio scorso fu colpita dal provvedimento interdittivo emesso dalla Prefettura di Caserta che accertò tentativi di infiltrazioni camorristiche del clan dei Casalesi nella gestione aziendale. Lo ha stabilito il Tar Campania, che ha respinto il ricorso d’urgenza presentato dalla società della famiglia Imperadore, coinvolta negli ultimi due anni in numerose inchieste giudiziarie relative ad un presunto sistema di tangenti versate per aggiudicarsi gli appalti nei vari comuni. A dispetto dei gravi problemi giudiziari e amministrativi, l’azienda non è stata ancora commissariata, come prevede la legge che comunque attribuisce un potere discrezionale alle prefetture, e continua ad operare, ricevendo anche pagamenti, nei comuni di Casagiove, Piedimonte Matese, Galluccio, Teano e Alvignano. Una situazione totalmente diversa rispetto alla vicenda, quasi simile, di un’altra azienda attiva nel settore della raccolta rifiuti, l’Ecocar, società che opera a Caserta e Marcianise, il cui titolare Antonio Deodati è stato arrestato pochi giorni fa nell’ambito di un’indagine della Dda di Catania. L’Ecocar ha ricevuto l’interdittiva nello stesso giorno della Termotetti, ma dalla prefettura di Latina, che l’aveva emessa per fatti meno gravi, ovvero per problemi di infiltrazione mafiosa relativi non all’Ecocar, ma ad una sua consociata, la Senesi Spa. Quindici giorni dopo aver ricevuto questa interdittiva di “riflesso”, l’Ecocar è stata commissariata dalla prefettura di Latina, che ha accolto la proposta formalizzata dall’Anac di Raffaele Cantone. Per la Termotetti l’unica differenza è il numero di addetti – di gran lunga inferiore all’Ecocar – e l’importanza e il valore degli appalti.