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Esplodono le proteste a Piana di Monte Verna in seguito alla decisione del sindaco di Caserta, Carlo Marino, di costruire un biodigestore, impianto di trattamento della frazione umida dei rifiuti, nella valle del Volturno. Alle proteste dei cittadini si sono aggiunte quelle dell’ex sindaco e presidente del comitato di salvaguardia ambientale di Piana di Monte Verna e dell’attuale sindaco Giustino Castellano, il quale dichiara: «E’ una notizia che ci lascia sgomenti. Si tratta di un’eventualità che, se confermata, sarebbe di una gravità inaudita. Il terreno sul quale il sindaco Marino ha chiesto un supplemento di indagine, pur trovandosi in territorio casertano, è vicinissimo a Piana di Monte Verna. È inaccettabile che nessuno si sia preoccupato di contattarmi in quanto primo cittadino. Spero che resti una ipotesi perché in caso contrario mi vedrei costretto a interpellare il prefetto e tutti i sindaci dei centri limitrofi per fare fronte comune contro un simile rischio. L’area individuata è sottoposta a vincolo e va tutelata».

La zona presa in considerazione ospita numerose e importanti attività agricole e imprenditoriali e l’installazione di un biodigestore creerebbe soltanto danni, sia sul piano ambientale che su quello economico. L’impianto trasforma i rifiuti organici e li miscela con dei batteri, ottenendo così biogas che può diventare combustibile per la produzione di energia elettrica. L’accostamento del termine “bio” a questi impianti è un tentativo di attribuire il sistema alla “green economy, poiché da alcuni anni godono di generosi incentivi statali appetibili per molte aziende. Secondo l’Osservatorio Ambientale, tuttavia, il biodigestore non sarebbe innocuo; infatti se da un lato è presentato come fonte rinnovabile, in quanto ridurrebbero le emissioni di gas serra, dall’altro sembra che il processo preveda la produzione di batteri sporigeni anaerobi e il concime ottenuto sparso sui campi potrebbe provocare seri danni agli animali e a tutto l’ambiente in generale.