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Caserta – Gli istituti della cultura statali hanno attratto 54 milioni 805 mila visitatori nel 2019: una cifra di poco inferiore (-0,9%) al record storico di 55,3 milioni di visitatori raggiunto nel 2018. Di questi, poco meno della metà (45,7%) sono visitatori paganti e, grazie alla bigliettazione, sono stati realizzati introiti lordi per 242 milioni 225 mila euro. Lo comunica l’Istat che pubblica i dati dell’affluenza nei musei nel 2019. In particolare, nel 2019 il 52,8% dei visitatori totali (28 milioni 944 mila) ha visitato monumenti e aree archeologiche e il 25,9% (14 milioni 167 mila) ha scelto i musei. I circuiti museali, che comprendono più strutture visitabili con un unico biglietto integrato, hanno accolto il 21,3% del pubblico (11 milioni 693 mila visitatori con un introito complessivo di 82,9 milioni di euro). Tra le regioni con il maggior numero di visitatori risultano il Lazio, la Campania e la Toscana, le quali da sole registrano l’83,6% del totale degli ingressi e oltre tre quarti (79,2%) dell’ammontare complessivo degli introiti ricavati da tutti gli istituti statali con la vendita dei biglietti. Anche nel 2019 il pubblico si è concentrato prevalentemente sulle strutture più note a livello internazionale: le prime dieci istituzioni statali più visitate hanno attratto il 42% dei visitatori dell’intero sistema museale statale. Tra questi prevalgono i siti e i parchi archeologici e i monumenti, primi fra tutti, in base ai dati del Ministero, il Colosseo e il Parco archeologico del Colosseo (con oltre 7,6 milioni di visitatori), Pompei, (3,9 milioni), Castel Sant’Angelo (1,2 milioni), ma anche la Venaria Reale (837mila), la Reggia di Caserta (728mila, ben 117mila in meno rispetto agli 845mila del 2018), Villa Adriana e villa D’Este (720mila). In cima alla classifica dei musei e delle gallerie primeggiano invece le Gallerie degli Uffizi (4,4 milioni di ingressi) e la Galleria dell’Accademia di Firenze (1,7 milioni), seguite dal Museo Egizio (853mila) e dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Complessivamente il fenomeno della concentrazione che rischia di congestionare le solite strutture principali non solo è rimasto invariato, ma si è accentuato nel corso del tempo. Dal 2010 la top ten delle strutture più visitate è infatti rimasta sostanzialmente invariata, ma la quota di visitatori attratti è passata dal 37,3% al 41,2% del pubblico totale del sistema museale statale. I dati mensili dello scorso anno sul flusso di visitatori delle istituzioni museali statali mostrano che il picco degli ingressi si è manifestato nei mesi di marzo, aprile e maggio. Solo in questo trimestre – con 17 milioni 486 mila accessi, pari a circa 6 milioni di utenza al mese – le strutture statali hanno accolto quasi un terzo (31,9%) del pubblico complessivo del 2019. Questo andamento stagionale, che rappresenta una caratteristica ricorrente negli anni, interessa l’intero territorio nazionale: nel trimestre marzo-maggio, infatti, si concentra una quota del totale annuo pari al 34,7% dei visitatori per il Nord, 30,9% per il Centro, e 32,9% per il Mezzogiorno.